L’emergenza climatica mette a rischio i nostri mari che diventano sempre più caldi e questo è di certo un brutto segnale per l’emergenza climatica.
Il pianeta ci chiede aiuto e noi siamo ancora sordi al suo grido d’allarme. Il caldo estremo e le temperature sempre più alle stelle stanno facendo soffrire i nostri mari le cui acque diventano sempre più calde. E questo è un serio problema, l’ennesimo scatenato dall’emergenza climatica.
Emergenza climatica: l’aumento delle temperature
Il Flanders Marine Institute, un istituto che si occupa dello studio e della tutela degli ecosistemi marini e delle acque dei mari, ha dimostrato come l’impatto del riscaldamento globale sugli oceani sia in questo momento davvero allarmante.
Il biologo marino Jan Seys ha infatti dichiarato che le temperature dei mari in tutto il mondo sono in costante aumento e che questo fenomeno avrà di certo ripercussioni terribili non solo sull’ambiente marino, ma anche sulle coste e sulle spiagge. I 3° C in più rispetto alla media del mese di luglio possono infatti incrementare ancora di più l’innalzamento dei mari, altra conseguenza negativa della crisi del clima insieme alla siccità.
Altri studi, pubblicati sulla rivista scientifica Advances in Atmospheric Sciences, aggiungono come se non bastasse ulteriori dati allarmanti. Il 2021 è stato un anno significativo per quando riguarda l’incremento delle temperature degli oceani: la loro superficie più esterna ha infatti assorbito il 70% di calore in più rispetto all’anno precedente.
La vita marina è a rischio
La situazione è drammatica soprattutto per l’ambiente marino. Dal monitoraggio e dalle ricerche degli esperti è emerso che, per esempio, il nostro mar Mediterraneo ha raggiunto una temperatura di circa 30°, decisamente estreme per la vita che prolifera nei fondali.
Quando le temperature dei mari si innalzano, l’ossigeno tende a diminuire e di conseguenza anche l’abbondanza di biodiversità marina diminuisce notevolmente. Gli animali che riescono a sopravvivere, sono costretti a cambiare le loro abitudini: i pesci abituati a vivere tra le acque miti iniziano a spostarsi senza sosta fino a quando muoiono per la fatica, altri si muovono in banco verso acque meno calde causando la morte di altre specie di pesci che, a loro volta, si nutrivano proprio del banco appena migrato.
Lo sbiancamento della Grande Barriera Corallina
Un altro fattore gravissimo è lo sbiancamento dei coralli. Già dal 2016 la Grande Barriera Corallina dell’Australia aveva dato i primi segni di cedimento, ma adesso più del 60% di tutti i suoi meravigliosi coralli sembra essersi sbiancato.
Le barriere coralline rappresentano l’ecosistema più sensibile del pianeta e quello più esposto alle gravi conseguenza del riscaldamento globale e dell’aumento delle temperature dei mari. Quando i coralli sbiancano in realtà stanno reagendo allo stress termico ambientale. In queste situazioni, per loro estreme, i coralli espellono le alghe che si trovano all’interno dei loro tessuti e che rendono loro colorati e brillanti.
Queste alghe sono la linfa vitale dei coralli in quanto forniscono il fabbisogno energetico per la loro sopravvivenza e riproduzione. Se le temperature dei mari non si ristabiliscono prima che questi preziosi animali abbiano esaurito del tutto le loro riserve energetiche, questi sono destinati a morire.
La risoluzione a questo catastrofico problema è tuttavia nelle nostre mani, così come il futuro del pianeta e delle generazioni che verranno dopo di noi. Ridurre l’inquinamento e le emissioni, proteggere la biodiversità e limitare il surriscaldamento globale sono i primi obiettivi da raggiungere. Bisogna fare qualcosa e bisogna farla adesso.