Apriranno a distanza di pochi mesi i due musei sulla mafia che si faranno concorrenza nella città che non dorma mai: Las Vegas. Se avete intenzione di fare un viaggio a Las Vegas non perdete l’occasione per visitare i due musei, uno ufficiale, l’altro alternativo, entrambi ospiteranno i cimeli e gli oggetti-simbolo della malavita.
Se fino a qualche tempo fa Las Vegas rinnegava i suoi natali molto poco illustri, oggi guarda in faccia la realtà, e addirittura celebra le sue origini mafiose. Un passato troppo imbarazzante che verrà recuperato con l’inaugurazione di due musei interamente dedicati alla criminalità organizzata che ha fatto, della città degli Usa, la capitale mondiale del gioco d’azzardo. Nella dissoluta metropoli dal fascino irresistibile i due musei sui generis si sfideranno a suon di colpi proibiti, e non solo in senso figurato. Infatti nel Las Vegas Mob Experience sarà installato un percorso virtuale dal nome evocativo ‘Final Fate’, dove il visitatore dovrà superare delle prove al termine delle quali scoprirà se il suo futuro è vivere o morire. in tal caso riceverà un colpo di pistola, naturalmente a salve. il Las Vegas Mob Experience verrà aperto a fine anno al Tropicana, storico e rinomato casinò della città dalle mille luci. A presiedere l’inaugurazione Antoinette McConnell, figlia di Momo Giancana, il boss di Chicago che si contendeva l’amante con John F. Kennedy. La madrina sarà anche la testimonianza vivente dell’autenticità degli oggetti esposti all’interno del museo: migliaia di reperti inediti e ricostruzioni fedeli dei luoghi mitici dell’epopea mafiosa.
L’altro museo che rivendica il titolo di ‘ufficiale’ sarà il Museum of Organized Crime che verrà innaugurato nel 2011. Ospitato nell’edificio sede del tribunale federale di Las Vegas, esporrà oltre 700 oggetti, tra questi anche pezzi del muro del massacro di San Valentino, la strage che segnò il trionfo di Al Capone per l’egemonia di Chicago. Il museo avrà al suo interno anche un’aula di giustizia dove i visitatori potranno farsi prendere le impronte digitali e le classiche foto segnaletiche. Anche l’Fbi ha contribuito a fornire del materiale inedito per la mostra: come il filmato segreto di un rito d’iniziazione alla mafia.