Vi ispira l’idea del turismo nucleare? Chernobyl, il luogo famoso per la più grave e tragica esplosione nucleare dell’aprile del 1986, chiude le porte al turismo di massa. Ebbene sì: sembra incredibile, ma quello che è stato soprannominato il ‘Tour di Chernobyl‘, cioè una visita alla città di Pripyat (il luogo abitato più vicino alla centrale nucleare), dove il tempo si è fermato a quel maledetto 25 aprile, ha riscosso negli anni così tanto successo da spingere il governo e ufficializzarlo l’anno scorso.
Salvo oggi fare marcia indietro: la Corte dei distretto amministrativo di Kiev ha infatti dichiarato che ‘La legge ucraina vieta il turismo nella zona radioattiva contaminata a seguito del disastro di Chernobyl‘. Perchè Chernobyl nel frattempo, nonostante sia uno degli inferni della Terra, è diventata una delle 10 mete preferite dai turisti che visitano il Paese, con 6.000 persone che ogni anno, più o meno legalmente, visitano il luogo.
Ora, a Chernobyl vent’anni dopo l’esplosione sembra che il rischio di una contaminazione radioattiva durante una breve visita turistica sia molto ridotto: certo vien da chiedersi perchè rischiare, visto che il luogo non è nemmeno bello da vedere. Basta guardare le foto della città fantasma 20 anni dopo l’incidente per rendersi conto di quel che è rimasto e dell’impatto devastante che l’esplosione ebbe sulla gente del luogo in primis.
Eppure, nonostante il divieto, c’è da credere che così come le visite in questo luogo dell’orrore avvenivano prima di essere ufficializzate, probabilmente continueranno anche dopo in modo più o meno segreto e con la benevolenza, più o meno esplicita, del governo ucraino.