Reggia di Caserta chiusa il primo novembre: insorgono i turisti

Reggia di Caserta chiusa il primo novembre
Reggia di Caserta chiusa il primo novembre

La Reggia di Caserta chiusa il primo novembre, cioè in una giornata festiva al termine del ponte di Ognissanti, non è piaciuta ai turisti: ieri una folla di visitatori inferociti si è attaccata al cancello della Reggia, incredula da un lato di fronte alla chiusura di uno dei monumenti più conosciuti d’Italia, dall’altro palesemente infuriata di fronte a quello che a tutti è sembrato un grave disservizio.
C’è da dire che il giorno di chiusura della Reggia di Caserta cade proprio di martedì: ma ieri non era un martedì qualunque, era il primo novembre, giorno di festa per tutti, quindi cosa c’è di meglio che approfittare anche del bel tempo per andare in gita alla Reggia di Caserta? Eppure in Campania devono averla pensata diversamente, visto che hanno lasciato tutti a bocca asciutta. Anzi, qualcuno la bocca l’ha spalancata eccome per dare sfogo al proprio disappunto!

Sarà che in tempo di crisi, il Ministero per i Beni Culturali non ha autorizzato lo straordinario per i 150 dipendenti della Reggia di Caserta: però è davvero un peccato che il turismo in Italia si sconti con una burocrazia che anzichè favorirlo sembra fare esattamente il contrario.
Il ponte dei morti di certo ha rappresentato un’occasione per tanti visitatori, sia italiani che stranieri, per un week end fuoriporta e chi dall’estero è venuto in Campania approfittando delle festività di sicuro aveva intenzione di visitare anche la Reggia.
Dalla Reggia, comunque, rispondono dicendo che sul sito ufficiale era stato messo l’annuncio della chiusura (turisti informatevi sempre prima di intraprendere un viaggio su orari e giorni di chiusura anche straordinaria): sarà, però rimane comunque un’occasione persa.

 
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1 commento su “Reggia di Caserta chiusa il primo novembre: insorgono i turisti”

  1. Le solite cose all’italiana: all’estero non credo che sarebbe successo. Va bene limitare gli sprechi, ma se un Paese come l’Italia non impara a valorizzare davvero il suo patrimonio artistico e culturale, allora siamo fritti!

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