Va bene, odiate la festa degli innamorati e il 14 febbraio più che trovarvi a cena fuori tra coppie sbaciucchianti e romanticini cuoricini sareste pronti a scendere in piazza con cartelli del tipo “No a San Valentino“, “Abbasso San Valentino” o “Viva San Faustino“, ma siete d’accordo con il fatto che l’Uzbekistan abbia addirittura vietato i festeggiamenti?
Non voglio fare il bastian contrario, anzi sono il primo a essere contro San Valentino, ma cancellare tutti i concerti e le manifestazioni in programma mi sembra una decisione un po’ azzardata. L’agenzia di stampa russa Ria-Novosti riporta la notizia, dicendo che tutti gli eventi legati alla festa degli innamorati sono stati sostituiti con altri più vicini ai “valori nazionali”.
L’ostilità verso San Valentino non è nuova in queste lande. L’anno scorso il giornale Turkiston aveva descritto il giorno degli innamorati come “l’opera di forze con obiettivi maligni che vogliono porre fine ai valori nazionali”. Ma quali sono questi valori? Forse la corruzione, visto che l’Uzbekistan è tra le nazioni più corrotte al mondo, o forse una visione del mondo anti-democratica.
In realtà, i festeggiamenti dedicati al Santo di Terni erano diventati molto sentiti negli ultimi anni e quindi si è voluto dare un freno a questa moda occidentale. Le motivazioni sono di natura politica e religiosa: la maggior parte della popolazione uzbeka è musulmana, e secondo il governo non è bello festeggiare quella che, almeno sulla carta, è una festività cristiana.
Ma siamo sicuri che la popolazione seguirà il divieto? Nella capitale Taskent, al posto dei concerti cancellati, sarà proposta la lettura del poeta guerriero Babur, morto nel XVI secolo. Senza nulla togliere a Babur, speriamo che gli abitanti boicottino l’evento e si facciano un bel San Valentino tra le mura di casa. Stai a vedere che una nazione romantica deve essere forzata a non festeggiare l’amore e gli innamorati.
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