“Nascosto per anni”, Giulio Cesare: la scoperta potrebbe stravolgere la storia

Un nuovo tassello nella storia più antica del popolo romano viene posto proprio in questi giorni, grazie a qualcosa che era rimasto nascosto per anni. Risale all’epoca di Giulio Cesare la scoperta che potrebbe stravolgere la storia.

Scavi in Germainia relativi alla scoperta di Giulio Cesare
Scavi in Germainia relativi alla scoperta di Giulio Cesare- viaggi.nanopress.it

La storia di Roma è una piovra dai mille tentacoli, affonda le radici in epoche antichissime ed in molteplici territori. Lo sanno bene storici ed archeologi che sono di continuo all’opera per ricostruire in maniera più dettagliata storie e leggende. Quello che è emerso in questi giorni è davvero incredibile, una scoperta che conferma degli scritti illustri. Vediamo insieme di che si tratta.

Giulio Cesare, la scoperta che potrebbe stravolgere la storia

Non siamo in territorio italiano, ma in un paese che in quanto a reperti di epoca romana, ha negli anni fornito parecchi oggetti di studio ad esperti di tutto il mondo.

Siamo in Germania, a Bad Ems, poco distante da Francoforte. Ad accorgersi che questo potesse essere un importante sito storico è un cacciatore.

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Campo degli scavi a Bad Ems – viaggi.nanopress.it

Abile osservatore del luogo, l’uomo aveva notato nel tempo delle differenze di colore nel campo di grano di Bad Ems. Allertate le autorità, i primi rilievi hanno evidenziato la presenza di qualcosa di nascosto sotto il terreno.

Qualcosa che ha a che fare con la storia del grande condottiero Giulio Cesare.

Gli scavi nel territorio di Bad Ems

Gli scavi nella zona dopo le prime analisi tramite drone e successivamente con scansioni geomagnetiche, hanno rilevato l’esistenza di un campo militare di otto ettari con circa 40 torri di legno.

L’individuazione della zona è avvenuta nel 2016 e solo nelle ultime settimane sono stati resi noti i risultati di questa ricerca, che per essere completata ha avuto bisogno di due campagne di scavi, dirette entrambe dalla Goethe University, sotto la direzione di Peter Henrich.

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Filo spinato in legno – viaggi.nanopress.it

Uno dei clamorosi rilievi consiste in qualcosa che non era mai stato individuato prima: un filo spinato in legno.

Giulio Cesare, la scoperta descritta anche nel De Bello Gallico

Si tratta di una linea difensiva in legno che circondava le basi militari romane, costituita tramite palizzate di legno appuntito e poi assemblate a forma di v. Successivamente venivano piantate nel terreno con l’ausilio di un palo.

Sistemi difensivi simili nella nostra epoca sono chiamati “cavalli di frisia”. A descrivere questo tipo di costruzioni è lo stesso Giulio Cesare nel De Bello Gallico.

“Chiunque fosse entrato, rimaneva infilzato da quegli speroni acutissimi”, scrive il condottiero romano. Lui stesso li adoperò nella battaglia di Alesia durante la quale sconfisse il mitico Vercingetorige.

Questa scoperta è sensazionale perché è la prima volta che si ha l’opportunità di studiare un simile reperto, rimasto praticamente nascosto per anni.

Gli incredibili rilievi dell’equipe della Goethe University

Quello del primo reperto di filo spinato non è però l’unico ritrovamento fondamentale fatto a Bad Ems.

L’equipe ha individuato ben due accampamenti militari romani. Il primo sembra non essere mai stato completato, anzi risulta esser stato dato alle fiamme.

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La scoperta a Bad Ems – viaggi.nanopress.it

Il secondo che pare aver utilizzato lo stesso tipo di sistema difensivo “filo spinato”, si trova ad esattamente un miglio di distanza ed è di dimensioni molto più piccole. A quanto pare qui romani si erano stabiliti per estrarre l’argento.

Non solo Giulio Cesare, la scoperta raccontata anche da Tacito

Analizzando anche gli scritti di Tacito, pare che i romani cercassero di raccogliere l’argento durante una campagna attorno al 47 d.C. L’impresa si rilevò fallimentare nonostante come confermano gli archeologi, fossero stati anche scavati dei tunnel che gli avrebbe consentito di ricavare grandi quantità di prezioso metallo.

Con molta probabilità estenuati dal duro lavoro e non avendo trovato nulla, abbandonarono il campo dandogli fuoco. La struttura difensiva a questo punto suggerisce la necessità di proteggersi da eventuali predatori, nel caso in cui avessero trovato qualcosa.

Secondo il team di ricerca sono solo ipotesi che hanno bisogno di approfondimenti mirati per trovare conferma. Nel frattempo il legno ritrovato è custodito nel museo di Magonza.

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