Feste laiche eliminate con la manovra finanziaria

Feste laiche eliminate
Feste laiche eliminate

Addio alle feste laiche: con la manovra finanziaria 2011 il Governo vuole eliminare le festività del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. La soluzione consistere nel rinviarle alla domenica successiva, ma di fatto ciò significa che non ci saranno più ponti per i lavoratori e per le scuole, con danni al turismo in Italia, per cui i ponti sono un momento di grandi afflussi nelle città d’arte e nei luoghi di interesse culturale. Senza contare che qualche giorno di pausa dal lavoro ogni tanto non fa male.

Secondo il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, questo provvedimento aumenterebbe i giorni lavorativi e quindi il prodotto interno lordo, ma, considerando invece che il turismo è un settore fondamentale per il paese, saranno in realtà più i danni che i vantaggi.

Le proteste sono già molte, ma così è scritto nel decreto legge, che si può trovare sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’Assoturismo ha già lanciato un appello al Ministro del Turismo perché intervenga nella manovra, evitando ingenti perdite al settore, che per ogni ponte saltato perderebbe circa 6 miliardi di fatturato.

Non sono invece a rischio le festività religiose, per le quali esiste un preciso accordo con il Vaticano che sarebbe troppo complicato eliminare.

3 commenti su “Feste laiche eliminate con la manovra finanziaria”

  1. Praticamente hanno deciso ed hanno agito senza interpellare il popolo italiano. Noi siamo solo delle marionette al servizio delle loro menti. Non lo condivido assolutamente. Ci manca solo che tolgano anche le feste religiose alla faccia di noi credenti… E’ da un po di anni che non voto più… mi fido solo solo di Dio perchè è l’unico che non può deluderci…

  2. x Alessio non votare e l’errore piu grave che abbiamo commesso un po tutti,loro cosi si sono dati privilegi da nababbi ,perche non votare vuol dire che tutto va bene ,quindi hanno continuato a rubare indisturbati con il nostro consenso,se invece li avessimo sbattuti fuori votando giovani non ancora incancreniti dalla corruzione, probabilmente ci pensavano su due volte prima di portare l’italia sulla soglia della guerra civile.continuiamo a trascinarceli dietro dalla seconda guerra, gente che aveva gia causato la rovina dell’italia,e che continuano indisturbati a sistemarsi a vicenda sulle poltrone di montecitorio,invece di guardare le leggi borboniche che continuano a essere attive nel codice, loro tolgono le festivita capirai il vantaggio che portera dovrebbero aumentarle cosi magari ci sarebbe lavoro per piu persone, guardate la francia ha diminuito le ore settimanali e nonostante questo ha incrementato la produzione,loro sono abituati al quirinale o non vanno oppre se vanno faranno si e no 2o3 ore settimanali

  3. Caro Alessio,
    capisco bene la tua amarezza perché anch’io sono molto preoccupata e spesso mi sento impotente, ma, se posso essere sincera, Jeppe ha ragione: è proprio quando non andiamo a votare che noi diventiamo delle marionette. Capisco che ci sia solo l’imbarazzo della scelta su chi NON votare, ma dobbiamo ricordarci che il voto non è solo un diritto, è anche un dovere verso noi stessi e verso il nostro paese. C’è chi ha lottato molto per far sì che tutti avessimo la possibilità di andare a votare!
    Scusa se mi sono permessa di dirti questo, spero di non averti offeso.
    Caterina
    P.s.: da credente a credente mi viene da dirti anche: perfino Dio si è fidato degli uomini e, nonostante tutto, continua a farlo. Perché non dovremmo farlo noi? 🙂

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