È ritornato nelle nostre acque, grande sorpresa a largo di questa zona italiana

È ritornato nelle nostre acque dopo due anni d’assenza. A confermalo sono i ricercatori della Onlus Oceano Mare Delphis con un post pubblicato su Facebook.

Ritornato nelle nostre acque
Ritornato nelle nostre acque – viaggi.nanopress.it

Salvatore è tornato a fare visita a tutti i campani. Era passato dalle coste di Ischia nel 2009, anno in cui gli abitanti di questa regione lo hanno conosciuto. Poi si era nuovamente fatto vivo a luglio del 2019 e a febbraio del 2021.

E qualche giorno fa è stato nuovamente avvistato e riconosciuto tra le acque del Tirreno.

È ritornato nelle nostre acque il capodoglio Salvatore

Un nome di certo insolito, quello che i ricercatori della Onlus Oceano mare Delphis hanno attribuito a questo magnifico capodoglio. La prima volta che gli esperti si sono imbattuti in questo esemplare era il maggio di 14 anni fa e da allora lo hanno sempre individuato, nel corso degli anni, e riconosciuto grazie alla foto-identificazione.

Con l’utilizzo di binocolo e macchina fotografica e con la consultazione dell’ormai ampio catalogo di dati, gli esperti hanno potuto avere la certezza che il mammifero avvistato al largo di Ischia fosse proprio Salvatore. A confermalo è stata anche la sua inconfondibile pinna caudale.

È ritornato nelle nostre acque
È ritornato nelle nostre acque – viaggi.nanopress.it

Ad annunciare il ritorno del capodoglio sono gli stessi ricercatori della Oceano mare Delphis che hanno pubblicato un post sulla propria pagina Facebook scrivendo:

“Abbiamo incontrato questo capodoglio per la prima volta nelle acque intorno l’isola d’Ischia a maggio del 2009. Successivamente a luglio del 2019 e poi di nuovo a febbraio del 2021. Quest’anno Salvatore è tornato nelle nostre acque e lo abbiamo incontrato il 23 e il 24 maggio scorsi.”

I capodogli nel Mediterraneo

Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è una delle specie di cetacei più frequenti nelle acque del Mar Mediterraneo. Questo magnifico animale detiene numerosi primati. Con una lunghezza che può raggiungere i 20 metri, è il più grande cetaceo dentato del mare. La sua caratteristica distintiva è la testa enorme e squadrata, che racchiude il cervello più grande al mondo (pesa quasi 7 kg). Inoltre, è anche facilmente riconoscibile a distanza grazie al suo soffio che si inclina in avanti verso sinistra.

Il capodoglio è dotato di una potente pinna caudale triangolare che si solleva sempre prima dell’immersione che può raggiungere una profondità di circa 3000 metri.

La magnificenza del capodoglio sta soprattutto nel suo modo di orientarsi e comunicare. Questo esemplare si orienta infatti utilizzando l’eco-localizzazione. Ciò significa che per comprendere la sua posizione, emette onde sonore che rimbalzano sugli ostacoli presenti tutt’intorno.

La sua comunicazione è poi la più spettacolare del regno animale. Basti pensare che i suoni emessi da questa specie sono in grado di superare i 200 dB. Non è un caso che siano infatti definiti come i più potenti in assoluto.

Una specie minacciata dall’inquinamento acustico e non solo

La loro sensibilità, rende i capodogli particolarmente vulnerabili all’inquinamento acustico causato principalmente dal traffico marittimo intenso e dalle attività di estrazione mineraria sottomarina. Tra le minacce più significative per questi animali ci sono le collisioni con le navi che possono causare loro ferite mortali.

Capodoglio
Capodoglio – viaggi.nanopress.it

Ci sono diversi fattori che contribuiscono al rischio di collisione tra capodogli e navi nel Mediterraneo:

Il Mediterraneo è in primis uno dei mari più trafficati al mondo, con un alto volume di navi commerciali, traghetti, imbarcazioni da diporto e altre navi che attraversano le sue acque. Questo aumenta i potenziali scontri tra capodogli e navi.

Le rotte delle navi possono poi sovrapporsi alle aree frequentate dai capodogli per la caccia o per i loro spostamenti migratori. Ciò aumenta il rischio di collisione, specialmente nelle aree costiere dove le navi si avvicinano notevolmente alla terraferma.

Le navi che navigano ad alta velocità hanno infine meno tempo per reagire agli avvistamenti di cetacei e possono avere difficoltà nel fermarsi o nel fare manovrare per evitare una collisione.

È quindi di estrema importanza creare zone in cui i capodogli possano vivere indisturbati e aree marine protette che possano preservare la salute del nostro mare e delle sue meravigliose creature.

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