Vita su Marte, l’ultima notizia è sensazionale: cosa hanno scoperto

C’era vita su Marte, ma si è autodistrutta. La nuova scoperta lascia di stucco gli scienziati e fa ben sperare che trovare ancora oggi vita sul Pianeta Rosso è realmente possibile.

C'era vita su Marte
C’era vita su Marte – viaggi.nanopress.it

Su Marte un tempo c’era vita, ma si è rivelata essere la peggior nemica di sé stessa. Un’affermazione che potrebbe sembrare a prima vista assurda e spaventosa, ma che descrive in breve ciò che sarebbe accaduto sul Pianeta Rosso miliardi di anni fa.

La nuova scoperta affermerebbe che sul pianeta esistevano forme di vita che si sarebbero estinte a causa dei gas da loro prodotti che avrebbero causato un’alterazione del clima a tal punto da renderlo invivibile.

C’era vita su Marte, ma a quanto pare si è autodistrutta

Uno studio recente condotto dai ricercatori dell’Università dell’Arizona, pubblicato su Nature Astronomy, ha ricostruito il possibile scenario del passato di Marte, come quello di un pianeta brulicante di vita.

Secondo il team di scienziati, guidato dall’astrobiologo Boris Sauterey, il Pianeta Rosso oggi non sarebbe più vivibile per colpa dei microrganismi che miliardi di anni fa lo abitavano. Niente omini verdi dalla testa enorme e dalle dita lunghe: le forme di vita di cui parliamo sono dei semplici microbi che si sarebbero autocondannati all’estinzione.

Vita su Marte
Marte, Hellas Planitia – viaggi.nanopress.it

Circa 4 miliardi di anni fa, Marte non era il pianeta che conosciamo oggi: il suo aspetto era del tutto differente. Oggi si mostra come un luogo freddo e secco, ma in passato secondo gli studi, i suoi paesaggi sarebbero stati quasi l’opposto.

Marte era probabilmente un mondo dal clima temperato e umido, tanto da consentire all’acqua di scorrere. La sua atmosfera inoltre, più densa di quella odierna, era costituita da idrogeno e anidride carbonica.

“Mentre l’attuale Marte è stato descritto come un cubetto di ghiaccio ricoperto di polvere, immaginiamo il Marte primordiale come un pianeta roccioso con una crosta porosa, imbevuto di acqua liquida che probabilmente formava laghi e fiumi, e forse, anche mari o oceani”.

Il Pianeta Rosso, nel cosiddetto periodo Noachiano tra 4.1 e 3.7 miliardi di anni fa, sarebbe stato quindi più ospitale per la proliferazione di organismi semplici come i microbi metanogeni.

I primi abitanti di Marte erano microbi

I microbi che avrebbero popolato in origine il sottosuolo di Marte, secondo gli esperti, sono i metanogeni. Si tratta di microrganismi capaci di sopravvivere in condizioni estreme e in ambienti privi d’ossigeno, che si nutrono di idrogeno e producono metano.

Anche sulla Terra questi minuscoli esseri viventi sono ancora presenti in ambienti impensabili, bui e freddi, come i fondali oceanici.

Vita su Marte
cratere Jezero su Marte – viaggi.nanopress.it

Tornando ai primi abitanti di Marte, con l’emissione di metano questi microrganismi avrebbero dato il via a un processo di raffreddamento globale. Questo ha portato al congelamento del pianeta fino a renderlo inabitabile. Via via che la superficie di raffreddava, i metanogeni si sarebbero inoltrati sottoterra, sempre più lontani dal freddo. Boris Sauterey ha spiegato:

“Secondo i nostri risultati, l’atmosfera di Marte sarebbe stata completamente cambiata dall’attività biologica molto rapidamente, nel giro di poche decine o centinaia di migliaia di anni. Rimuovendo l’idrogeno dall’atmosfera, i microbi avrebbero drasticamente raffreddato il clima del pianeta”.

La vita su Marte è possibile

I ricercatori hanno cercato di ricreare uno scenario simile a quello del primordiale Marte, utilizzando modelli della crosta, dell’atmosfera e del clima marziani. L’obiettivo era quello di lasciare che i gas si diffondessero nel terreno per testare la capacità dei metanogeni di sopravvivere. La risposta è stata positiva.

Sulla base delle nuove scoperte, gli scienziati hanno indicato alcuni luoghi su Marte come possibili siti in cui scoprire tracce di vita passata in superficie o in profondità. Uno di questi luoghi è la pianura di Hellas Planitia e il cratere Jezero, dove si stanno già raccogliendo campioni da spedire sulla Terra.

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