Un 2023 in cui viaggiare è difficile e costoso, poiché non solo il prezzo del carburante continua a salire, ma anche le tasse che sono in continuo aumento.
Questa notizia arriva dopo che il governo ha aumentato già le spese di trasporto e che ora si applicheranno anche nel settore alberghiero.
Non è la cosa migliore per iniziare l’anno, e soprattutto per aiutare a rilanciare il turismo dopo due anni di pandemia.
Tassa di soggiorno raddoppiata
A partire proprio dal 2023, la decisione si applicherà su tutti i viaggi. Si tratta di una notizia fresca, in quanto legata alla nuova legge di Bilancio che raddoppia la tassa di soggiorno fino a 10 euro a persona al giorno. Questo è significativo, soprattutto per chi è in viaggio per un lungo periodo o con la famiglia e deve affrontare un costo importante come voce di spesa.
Particolarmente sarà aumentata nelle aree che hanno visto un flusso turistico elevato venti volte superiore al numero dei residenti. Ciò significa che non sarà applicata su tutti i comuni, ma a destinazioni turistiche popolari, come Firenze o Venezia.
L’impatto di questa tassa non sarà piccolo, dato che si tratta di destinazioni turistiche popolari e in realtà per niente economiche. La norma proposta da Federico Gianassi e Andrea Gnassi si applica ai “capoluoghi di provincia in cui, secondo un recente studio pubblicato dall’ente amministrativo responsabile della raccolta e dell’elaborazione dei dati statistici, il numero di turisti è pari a 20 volte il numero di residenti”.
Le città che vedranno una tassa di soggiorno raddoppiata
L’obiettivo è quello di sostenere meglio le città con un elevato afflusso turistico, che possono gestire meglio la crescita della popolazione e i servizi di cui hanno bisogno. In particolare, solo alcune città come Pisa, Firenze, Verbania, Venezia e Rimini vedranno un aumento dei prezzi.
Tuttavia, l’Unione Nazionale dei Comuni ha chiesto che la sovrattassa venga estesa a tutti i comuni con un elevato flusso turistico e che la tassa di soggiorno venga applicata ad altre città. Tuttavia, secondo Confindustria Alberghi, questo sarebbe un ulteriore onere per i viaggiatori e potrebbe incidere direttamente sui costi, mettendo ulteriormente a rischio un settore che si sta lentamente riprendendo.