Strana ombra in acqua, quando si rendono conto di cosa sia scappano a gambe levate

Squalo in mezzo ai bagnanti ed è subito il panico nelle spiagge di Maiorca. L’episodio si è verificato sulla spiaggia di Illetas, la quale è stata in seguito chiusa dalle autorità. Gli avvistamenti di squali sembrerebbero essere in aumento e le motivazioni sono sostanzialmente due.

Strana ombra in acqua
Strana ombra in acqua – Viaggi.Nanopress.it

Nei pressi della famosa città di Magaluf sull’isola di Maiorca decine e decine di turisti sono scappate via in seguito all’avvistamento dell’ennesimo squalo in acqua.

Squalo in mezzo ai bagnanti: è successo sulla spiaggia di Illetas

Quando il pesce di circa due metri e mezzo è piombato in mezzo ai bagnanti, tutti si sono dileguati verso la riva per mettersi in salvo, tra panico e urla. L’animale si sarebbe avvicinato in tutta tranquillità più per curiosità che con la reale intenzione di attaccare, ma ciò ovviamente non ha rassicurato la gente impaurita. Le autorità in seguito all’episodio hanno prontamente deciso di chiudere la spiaggia di Illetas nella quale è avvenuto il fatto.

Questa degli incontri ravvicinati con questi spaventosi predatori è una storia che si ripete anno dopo anno e che mette sempre più paura. Gli attacchi di squali, infatti, sembrerebbero essere in aumento e a dimostrarlo sono alcuni studi condotti da team di esperti.

Squalo in mezzo ai bagnanti: i numeri degli attacchi sono in aumento

Alcune ricerche hanno dimostrato come il 2015 sia stato l’anno nel corso del quale si sono registrati ben 98 attacchi da parte degli squali, il numero più alto di sempre. Tra questi, sei sono risultati essere mortali per l’essere umano.

L’International Shark Attack File (ISAF), un archivio di tutti gli attacchi di squali gestito dal Museo di Storia Naturale della Florida, ha mostrato i risultati dell’indagine in questione. Si tratterebbe di 98 attacchi non provocati, ovvero sferrati dagli squali all’uomo senza che quest’ultimo abbia provocato in alcun modo l’animale. Ben 10 episodi in più rispetto all’anno 2000, che nel 49% dei casi ha coinvolto dei surfisti.

Inoltre, secondo il professore Daryl McPhee della Bond University dell’Australia, sembrerebbe che dal 1982 a oggi a essere addirittura triplicati siano gli attacchi da parte delle due specie più pericolose per l’uomo, cioè lo squalo bianco e lo squalo tigre.

A rendere attuali i risultati delle ricerche del 2015 sono poi alcuni episodi avvenuti nel recente 2020. In Australia in quell’anno si sono verificati 20 attacchi che hanno provocato la morte di 8 persone, una cifra che non si verificava da molto tempo. Questo vorrebbe significare che gli squali sono diventati più aggressivi e più propensi ad attaccare? Forse le cose non stanno esattamente così.

Come stanno veramente le cose

Gli studiosi si chiedono quale possa essere il motivo per cui gli episodi di attacco all’uomo da parte degli squali siano diventati oggi sempre più frequenti. Le ipotesi sono diverse. Ciò potrebbe essere dovuto a delle modifiche comportamentali di questi predatori, a un cambiamento delle loro migrazioni o dei luoghi di caccia. Tutte queste possibili spiegazioni però non trovano nessuna prova schiacciante e non convincono del tutto gli esperti.

Tra le possibili ragioni, di certo più verosimili, ci sono invece le condizioni meteo e l’aumento della popolazione mondiale.

Partiamo dalla prima ipotesi. Il clima negli ultimi anni è decisamente cambiato a causa del surriscaldamento globale. Questo ha inevitabilmente provocato un aumento delle temperature delle acque e ciò potrebbe essere la causa di qualche alterazione nelle pratiche di caccia degli squali che potrebbero, inoltre, aver cambiato le proprie necessità alimentari.

Squalo in mezzo ai bagnanti
Squalo in mezzo ai bagnanti – viaggi.nanopress.it

L’uomo è il problema fondamentale

Ma l’aspetto più rilevante è quello che riguarda l’uomo. Mente da una parte il numero della popolazione mondiale è in notevole crescita, e con esso anche quello delle interazioni tra squali e uomo, gli esemplari di squalo sono invece sempre più in declino. Questi animali sono infatti a loro volta predati dall’essere umano e minacciati dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento e dal commercio abominevole di pinne di squalo, vendute come accessori di gran lusso.

Gli squali infatti sono molto spesso vittime di non pochi pregiudizi, considerati dei veri e propri mangiatori di uomini quando in realtà sono loro ad essere la specie più minacciata proprio dall’uomo.

Gli studiosi affermano che quando una popolazione di squali viene ridotta, ci vuole moltissimo tempo prima che questa possa riprendersi e proliferare di nuovo.

“Quello che sta accadendo è che siamo noi ad attaccare loro: negli ultimi 40 anni la popolazione degli squali medio grandi è scesa del 90%. Cause principali sono la pesca non selettiva, le cosiddette catture accessorie, il mercato di pinne e carne e infine l’inquinamento.”

In sostanza quindi, non sono gli attacchi in sé ad essere aumentati, ma il numero di persone in acqua e le specifiche condizioni ambientali che hanno consentito più interazioni tra pesce e uomo.

Se non è possibile controllare e intervenire sui fattori metereologici, è possibile invece fare qualcosa per diminuire i contatti in mare, controllando la nostra presenza negli oceani. Gli squali in fondo vivono nel loro ambiente che noi puntualmente invadiamo. Da bravi ecoturisti, dovremmo quindi evitare certe aree se abbiamo la consapevolezza che si tratta di zone frequentate da questi predatori.

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