Non si finisce mai di stupirsi, soprattutto quando si ha a che fare con alcune specie animali. Osservando delle balene in mare, alcune persone hanno notato un dettaglio che sta facendo il giro del mondo.
Associazioni ambientaliste, esperti di tutto il mondo, lo stesso WWF. Tutti sono concordi nel far notare quanto la biodiversità marina sia da tutelare per una corretta conservazione di specie a rischio o che potrebbero diventarlo a breve. Destino che potrebbe toccare ben presto anche alle balene, qualora non gli venissero meno determinati presupposti. E proprio di questo ci parla la storia di oggi, un episodio che sta facendo parlare tutto il mondo.
Osservando delle balene in mare notano un dettaglio sconvolgente
Sembra incredibile, ma a quanto pare alcune specie animali che già ogni giorno lottano con il cambiamento climatico e devono pensare a difendersi da predatori di altre specie, sempre più spesso devono stare molto attente anche alla minaccia umana.
Quanto è accaduto ne è un perfetto esempio. A raccontare questa storia è la Sea Sheperd di Paul Watson, associazione attiva negli Stati Uniti ed impegnata nella lotta alla salvaguardia della fauna e dei suoi relativi ambienti marini. Nel 2008 ha prodotto un documentario televisivo dal nome “Guerra alle baleniere” un docu reality che seguiva il fondatore di Sea Sheperd, impegnato a contrastare le baleniere giapponesi in Antartide.
Nell’ambito di spedizioni utili alla tutela di questi esemplari recentemente l’associazione ha potuto riprendere un gruppo di balene intente a cacciare cibo, superate in velocità e derubate addirittura da…un peschereccio!
Il grave problema del furto di cibo dei pescherecci
A quanto pare la zona dell’Antartide è molto ricca di pescherecci che depredano la principale fonte di alimentazione di balene e pinguini. Si tratta del Krill, un piccolissimo crostaceo che costituisce lo zooplancton di questa area.
Secondo gli scienziati un pinguino adulto ne mangia circa 2/3 chili al giorno, mentre una balena adulta può aver bisogno di nutrirsi di circa 16 tonnellate. In questo senso è facile capire come la caccia umana a questa fonte di sostentamento sia potenzialmente dannosa per la sopravvivenza di entrambe le specie.
In Asia e in Occidente non sembrano curarsene granché e la richiesta è altissima, portando appunto ad un tipo di pesca che non si cura in alcun modo della salvaguardia animale.
La caccia al krill, cosa comporta per le balene in mare?
Che cosa comporta questa pratica scellerata ed illegale? Le associazioni animaliste e la Sea Sheperd per prima non ci girano intorno, senza la fonte primaria di cibo le balene rischierebbero l’estinzione.
Non solo loro, perché il WWF ha già inserito i pinguini imperatori nelle specie considerate “quasi a rischio”. In parte a causa del cambiamento climatico che mette a rischio i ghiacciai e la sopravvivenza dei cuccioli, in parte perché il surriscaldamento globale mina la sopravvivenza del krill stesso. Sommiamo questo all’attività umana sconsiderata, ed ecco la ricetta per un disastro.
Perché il krill è così ambito? Presto detto: è un crostaceo molto richiesto in ambito alimentare. Viene utilizzato per arricchire molti dei cibi destinati ai nostri animali domestici, è utilizzato come colorante ad esempio nelle preparazioni a base di salmone e anche negli integratori che assumiamo. Avete presente la dicitura “ricco di Omega 3”? Ecco i famosi Omega 3 provengono proprio da qui.
L’estinzione delle balene sarebbe un grave danno perché altererebbe il già fragile ecosistema marino. La carcassa di uno di questi animali fornisce nutrimento a diverse specie, favorendo quindi la prosperità di alcuni ambienti marini. E la prosperità dello stesso krill: uno studio evidenzia come le feci di balena favoriscono la formazione di alghe utili al nutrimento di questo crostaceo. Praticamente una catena vitale che sarebbe infallibile.
Gli scienziati da sempre cercano di sensibilizzare su questo tema delicato, asserendo ad esempio che per quel che riguarda la nostra alimentazione potremmo sostituire il krill con fonti naturali di Omega 3 senza necessità di integratori. Come? Aumentando nella nostra dieta il consumo di frutti di mare, acciughe, sardine. In questo modo si abbasserebbe la richiesta e sventeremmo un grave pericolo per le povere balene.