Scoperti i resti di una specie, non si vedeva da 50.000 anni: la più grande al mondo

I ricercatori hanno trovato i resti di una specie più grande al mondo vissuto in Australia. Da 50.000 anni gli esperti non avevano più avuto traccia della sua esistenza.

Scoperti resti di specie
Scoperti resti di specie- viaggi.nanopress.it

Tra tutti gli uccelli del mondo, l’aquila è considerata la regina dei cieli. Questo rapace, così maestoso ed elegante, è da sempre ammirato per il suo fascino e per la spettacolarità del suo volo.

Ascensioni velocissime, picchiate e virate straordinarie, vista acuta e uccello da record sotto ogni aspetto, l’aquila sorprende soprattutto per la sua apertura alare che molto spesso riesce a toccare i due metri e mezzo di ampiezza.

Eppure il rapace che conosciamo oggi come il padrone dei cieli non è la specie più grande mai esistita. Gli esperti infatti hanno ritrovato i resti di un’antica specie vissuta in Australia che rappresenterebbe una delle più grande aquile del mondo.

Ritrovati i resti di una specie più grande al mondo, signore dei cieli del Pleistocene

Nel 1959 un team di speleologi scendeva a 17 metri di profondità per esplorare la Mairs Cave, nell’area montuosa di Flinders Rangers in Australia.

esplorazione della Mairs Cave
esplorazione della Mairs Cave – viaggi.nanopress.it

Durante la discesa, a circa 55 metri, gli esperti trovavano dei preziosissimi fossili mescolati a massi e terra. Si trattava di un artiglio e di una parte di un osso di un’ala d’uccello, di una grande aquila nello specifico.

La scoperta di quell’anno rimane in stand-by per circa un decennio, fino a quando un’altra spedizione prende luogo nella grotta con a capo gli esperti Hans Mincham e Brian Daily. Lo scopo del lavoro è quello di recuperare altri fossili importanti.

Quello che ne viene fuori sono un altro artiglio e lo sterno della stessa aquila di cui gli speleologi avevano ritrovato i resti 10 anni prima.

Da allora, per altri 50 anni i ricercatori non trovano più traccia di questo uccello, almeno fino alla fine del 2021. A dicembre di quest’anno, infatti, un team della Flinders University ricomincia le ricerche con l’obiettivo di ritrovare altri resti fossili per ricostruire al meglio il profilo di questo grande uccello.

rapace più grande al mondo
rapace più grande al mondo – viaggi.nanopress.it

Tra i reperti ritrovati nelle profondità ci sono un teschio e alcune ossa di zampe e ali, perfetti per ricavare una descrizione più precisa del gigantesco rapace.

Dynatoaetus gaffae, la terza aquila più grande mai esistita

I risultati delle ricerche, pubblicati sul Journal of Ornithology, ci parlano finalmente della Dynatoaetus gaffae, la terza aquila più grande mai esistita nella storia del mondo, dopo la Gigantohierax suarezi di Cuba e la Hieraaetus moorei della Nuova Zelanda.

Il suo profilo sembra assomigliare a quello dell’Aquila filippina, di cui è un parente stretto, una delle più grandi ancora in vita.

Questo rapace sembrerebbe essere vissuto durante il Pleistocene, tra i 700.000 e i 50.000 anni fa, in gran parte dell’Australia del sud. La sua apertura alare era straordinaria: poteva raggiungere tranquillamente i 3 metri di ampiezza.

Ma non solo. Anche le sue capacità di caccia erano piuttosto notevoli. Con le sue zampe robuste e forti riusciva infatti a catturare prede persino più grandi di lui. Tra le sue vittime preferite c’erano i koala che riusciva a strappare via dagli alberi con grande facilità, ma anche opossum, altri uccelli, piccoli mammiferi e marsupiali.

aquila filippina
aquila filippina, la più vicina a quella estinta – viaggi.nanopress.it

Nonostante la sua grandezza e il suo dominio assoluto nei cieli, anche la Dynatoaetus gaffae è stata colpita dall’estinzione della megafauna australiana avvenuta circa 50.000 anni fa.

Le cause dell’estinzione di massa sono ancora oggetto di discussione tra gli scienziati, ma sembrerebbero avere a che fare per molti con l’arrivo dell’essere umano.

Secondo altri, invece, la causa della scomparsa dei grossi animali australiani è da considerare come conseguenza dei primi cambiamenti climatici avvenuti in quel periodo storico che, insieme all’attività umana, avrebbero innescato il processo di estinzione delle specie.

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