Questo antico mattone di argilla custodiva una storia 3.000 anni fa

Qualcosa di incredibile raccontato da un mattone di argilla. Al suo interno una storia di 3.000 anni fa, ecco quale.

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Una storia di 3.000 anni fa – viaggi.nanopress.it

Un mattone laterizio svela una storia molto antica. Continuano le scoperte nel mondo dell’archeologia di questo 2023, che spesso però si intrecciano con altre branche di studio. Nella vicenda di oggi scopriamo addirittura qualcosa di risalente al mondo botanico, ci credereste? Vediamo di che si tratta.

Una storia di 3.000 anni fa grazie ad un mattone di argilla

Questo 2023 possiamo dirlo ora che ci troviamo a più della sua metà, è stato ricco di soddisfazioni per il mondo dell’archeologia. Scoperte inaspettate, svolte in ricerche in piedi da anni. Insomma, gli esperti possono davvero ritenersi soddisfatti.

Nella storia di oggi, un blocco di argilla aiuta a raccontare una storia di 3.000 anni fa. Una vicenda che intreccia una scoperta archeologica con il mondo botanico.

Un antico mattone laterizio ora nelle mani del Museo Danese, sta aiutando a ricavare il dna di ben 34 gruppi di piante esistenti in antichità. Per la precisione, nella zona di Nimrud in Iraq. Un’area che anticamente era conosciuta come Kalhu, antica città sulle rive del fiume Tigri.

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Rinvenimenti a Nimrud – viaggi.nanopress.it

Ricerche qui vanno avanti sin dal 1845. Pensate che a condurre i primi scavi fu Sir Austen Henry Layard, che rivelò al mondo intero la presenza del secondo villaggio di origine Mesopotamica.

Questo mattone di argilla pare sia stato recuperato dai resti dell’antico palazzo di Re  Assurnasirpal II che visse e regnò tra il 883 e l’859 a.C. Una scoperta questa che ora permette agli scienziati di ricostruire qualcosa in più della natura che riempiva queste aree.

Le antiche specie botaniche della Mesopotamia

Come può un mattone permettere una ricerca tanto approfondita? Pare che il rinvenimento di questo reperto risalga in realtà al 1949. Attualmente si trova nelle mani della Fondazione Rask Ørsted, che ne permette l’esposizione presso il Museo Danese.

Trattandosi di un materiale molto fragile, è stato vittima di una piccola rottura durante alcuni spostamenti pochi anni fa. La piccola apertura nel mattone ha però incuriosito gli esperti, che hanno deciso di analizzare meglio il pezzettino rimosso. Collocato temporalmente tra l’879 e l’869 a.C. ha fatto il miracolo.

Ad oggi è stato possibile ricavarne il Dna, un vero e proprio sequenziamento, con le stesse tecniche che spesso vengono utilizzate per lo studio di resti umani. In questo modo, sono stati rilevati 34 gruppi di piante antiche, tra graminacee, eriche, betulle. Molte di queste ampiamente descritte nella letteratura dell’epoca a disposizione, sebbene con nomi diversi da quelli che abbiamo attribuito noi negli anni.

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Resti dell’antica Nimrud – viaggi.nanopress.it

L’archeologo a capo delle operazioni, Michael Danti dell’Università della Pennsylvania, ha parlato di ritrovamento significativo. Anche perché derivante da qualcosa di sopravvissuto all’assedio babilonese e poi successivamente alla distruzione da parte dell’Isis.

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