In Italia si trova la meravigliosa isola di Pianosa, un vero paradiso, la quale oggi custodisce tesori di grande valore sia storico sia naturalistico. Scopriamola insieme.
Tra tutti gli arcipelaghi italiani, quello Toscano è uno dei più suggestivi e amati dai viaggiatori. Qui sette isole, tutte diverse ma tutte ugualmente incredibili, sprigionano il loro fascino fatto di colori, natura, mare e tanta storia alle spalle.
La più grande e conosciuta è l’isola d’Elba, seguita da Giglio, Giannutri, Capraia, Pianosa, Montecristo e Gorgona.
Tra le meno note ce n’è una in particolare capace di far innamorare chiunque in un batter di ciglia e al primo incontro. Parliamo di Pianosa.
L’isola di Pianosa, un vero paradiso dell’Arcipelago Toscano
L’isola di Pianosa è la terza per estensione dell’Arcipelago toscano. Si tratta di un vero paradiso e di una vera e propria meraviglia naturale la cui origine è legata al mito.
Si dice che sia nata da una delle perle sfilatesi dalla collana della dea dell’amore e della bellezza Venere. Una di queste, finendo in mare nel bel mezzo del Tirreno, sarebbe proprio diventata Pianosa.
Il suo nome ci racconta sin da subito un po’ di sé. L’isola infatti a differenza delle altre sette dell’arcipelago è piuttosto pianeggiante e il suo territorio, circondato da meravigliose coste rocciose, non raggiunge vette più alte di circa 30 metri sul livello del mare.
Pianosa è un’isola piuttosto selvaggia e quasi deserta. A dominare incontrastata è la macchia mediterranea che ricopre tutto il territorio con i colori e i profumi di piante come il rosmarino e il ginepro.
A vivere in questo piccolo angolo di paradiso sono piccoli mammiferi e uccelli tra cui il falco pellegrino che qui nidifica proprio sulle scogliere e sui tratti di costa rocciosa inaccessibile all’uomo.
Ma non solo sulla terraferma. Anche i fondali del mare che circonda l’isola sono ricchi di vita e biodiversità protette dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
L’isola del supercarcere e del borgo fantasma
A garantire la non contaminazione di questo posto straordinario è stata la sua inacessibilità grazie alla presenza di un carcere di massima sicurezza. In questo posto furono imprigionati innumerevoli detenuti a partire dal 1858. Proprio in quest’anno, il granduca di Toscana Leopoldo II decise di trasferire sull’isola la prima dozzina di detenuti.
Da qui passarono nel corso degli anni a venire esponenti delle brigate rosse, camorristi e mafiosi condannati al 41 bis che furono imprigionati fino a circa vent’anni fa quando il carcere fu chiuso definitivamente.
Il carcere non è l’unico posto ad oggi abbandonato. Su Pianosa infatti si trova anche un antico borgo fantasma. Si tratta di un piccolo centro urbano ottocentesco disabitato da quando l’isola fu trasformata in un supercarcere.
Il borgo in stile neogotico è nato del 1870 con lo scopo di dare ospitalità alle famiglie delle guardie penitenziarie. In questo contesto il paese è quindi sorto a due passi dal piccolo porto, qualche anno dopo il primo sopraluogo di Napoleone che arrivo qui nel 1814, quando sull’isola non c’era ancora niente di niente.
In realtà però la storia dell’isola di Pianosa intesa come isola abitata è ben più vecchia. Le sue radici sono infatti romane: proprio qui Agrippa Postumo, nipote di Augusto, venne esiliato e poi ucciso.
Dopo il 1968, anno in cui la prima colonia penale venne trasformata in carcere di massima sicurezza, gli abitanti del borgo furono allontanati e il paese completamente abbandonato.
Visitare Pianosa oggi
Oggi l’isola è visitabile solo tramite visite guidate organizzate alle quali di volta in volta possono partecipare solo gruppi ristretti di persone.
Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano organizza spesso diverse escursioni prenotabili online, dal trekking alla mountain bike. Nei mesi primaverili, poi, l’isola diventa il paradiso per gli amanti del birdwatching. Da qui infatti passano diverse specie di uccelli quali l’upupa e rapaci.
Chi ama invece la vita sottomarina può anche avventurarsi in entusiasmanti sessioni di snorkeling alla scoperta delle meraviglie che si nascondono tra le acque turchesi e cristalline delle spiagge.
A proposito di spiagge, l’unica nella quale è consentita la balneazione è Cala Giovanna, un litorale di sabbia bianca a due passi dal paese e dalle rovine della Villa di Agrippa.