Una specie creduta estinta torna a far parlare di sé grazie a un importante progetto di reintroduzione volto alla salvaguardia degli ecosistemi.
Quando parliamo di estinzione ci riferiamo a quel processo naturale fondamentale, al quale ogni specie è destinata, che ha un ruolo importante per quanto riguarda l’evoluzione e la vita sul nostro Pianeta.
Il motivo per il quale una specie si estingue è sostanzialmente legato al suo non essere più adatta all’ambiente dove vive a causa di cambiamenti dell’habitat, di scarsità di cibo o di sopraffazione da parte di specie più performanti.
Un’altra motivazione, la più grave, è poi quella legata all’attività umana che modifica un determinato ambiente causando la scomparsa delle specie.
Gli animali estinti per colpa dell’uomo sono già parecchi. L’iguana terrestre delle Galapagos sembrava essere una di queste, ma da qualche anno a questa parte qualcosa è decisamente cambiato.
Una specie creduta estinta ritorna alle Galapagos
Era il 1835. Charles Darwin sbarcava sull’Isola di Santiago, nell’arcipelago delle Galapagos, e scriveva nei suoi preziosi taccuini della presenza particolarmente numerosa di una specie animale.
L’esemplare in questione era l’iguana terrestre, un erbivoro che popolava l’isola con individui di diverse età.
Si tratta di una specie endemica di queste isole che però, improvvisamente, sarebbe scomparsa. Quando tra il 1903 e il 1906, infatti, i ricercatori avviarono alcune spedizioni sull’Isola di Santiago, delle iguane terrestri non vi era più nessuna traccia.
Dopo duecento anni però ecco il colpo di scena: le iguane terrestri sono tornate.
Il progetto di reintroduzione delle iguane terresti sull’Isola di Santiago
Secondo alcuni studi, le prime iguane arrivarono originariamente sulle isole Galapagos per caso, tramite tronchi o altri elementi naturali che si spinsero fino a qui.
Una volta sbarcate in questo arcipelago ecuadoriano si sarebbero adattate all’ambiente e si sarebbero evolute fino a distinguersi tra iguane terrestri e marine.
L’iguana delle Galapagos (Conolophus subcristatus) fa parte della categoria delle terrestri ed è oggi inserita nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) perché considerata esemplare a rischio estinzione.
E in effetti era da circa due secoli che si credeva sparita dalla faccia della Terra, forse a causa dell’introduzione artificiale di altri animali sull’isola. Si pensa che la sua estinzione in termini locali sia stata dovuta in particolare all’arrivo di animali come gatti, cani, maiali e ratti.
Questi avrebbero causato la fine delle iguane terresti a causa della competizione per il cibo. Nel 2001 il principale nemico di questi rettili, il maiale, è stato eradicato definitivamente, consentendo nel corso degli anni di iniziare a pensare a un modo per riportare sull’isola le iguane.
Oggi infatti grazie a un progetto di reintroduzione dell’iguana terrestre, questi splendidi rettili sono tornati nella loro terra.
I risultati del progetto
Dal 2019 il Governo dell’Ecuador aveva già trasferito sull’isola di Santiago circa 3100 esemplari con l’obiettivo di ripristinare l’ecosistema dell’isola.
Gli animali erano stati prelevati dalla vicina isola di North Seymour che a dire degli esperti ha un ecosistema molto simile a quello dell’isola di Santiago.
Gli esperti del Parco Nazionale delle Galapagos in collaborazione con un team di scienziati hanno adesso verificato che dopo quasi 200 anni le iguane terrestri sono tornate a riprodursi. A dimostrarlo, i nuovi individui di diverse età ritrovati in circa 36 chilometri quadrati di isola monitorata.
Il direttore del Parco, Danny Rueda Cordova, festeggia il risultato che dà speranza per quanto riguarda la conservazione di questa specie a rischio e quella di tante altre specie in varie parti del mondo che, come questa, sono seriamente minacciate.
Il ritorno dell’iguana terrestre è positivo per gli ecosistemi perché si tratta di “un erbivoro che aiuta gli ecosistemi disperdendo semi e mantenendo spazi aperti privi di vegetazione” ha spiegato Danny Rueda.