Salton Sea: sembra sabbia, ma non lo è! La spiaggia di questo lago è il luogo più tossico degli Stati Uniti. Si trova in California e visitarla è oggi un’esperienza a dir poco terrificante.
Nel bel mezzo dell’arido deserto californiano si trova il Lago Salton circondato dalle sue spiagge bianchissime. Un luogo che potrebbe sembrare affascinante, ma attenzione: niente qui è come sembra!
Salton Sea, il luogo più tossico degli Stati Uniti
Siamo in California: è quindi del tutto lecito immaginare un posto da favola quando viene descritto un luogo del genere. Un lago blu circondato da sabbia bianchissima. E in effetti è proprio così che ci appare il Salton Sea, ma basta avvicinarsi un po’ di più per accorgersi che tutto ciò che compone la riva non ha nulla a che fare con granelli di sabbia o piccoli ciottoli.
A formare la spiaggia sono infatti ossa, scheletri ormai frantumati in mille pezzi di pesci e uccelli, carcasse di animali ormai marci che sprigionano un fetore di carogna dappertutto. Insomma, qualcosa di davvero terrificante. Anche l’acqua, che a prima vista appare di un bel blu intenso, in realtà è ricca di alghe che rilasciano in tutta l’area circostante un odore così cattivo da far venire la nausea.
Eppure il Salton Sea, il lago più grande della California, è stato un tempo una meta esclusiva per molti vacanzieri.
Salton Sea, una storia paradossale
Il lago ha avuto origine per puro caso, nel 1905, a causa di un errore idraulico (canali di irrigazione costruiti male dalla California Development Company) che fece deviare le acque del fiume Colorado all’interno del bacino dell’Imperial Valley. Il lago che si originò, però, era (ed è tutt’ora) endoreico: le sue acque infatti non scorrono e non sono dirette verso l’oceano, ma penetrano nel terreno oppure evaporano nell’aria. È esattamente questa condizione dell’acqua che causò il continuo aumento della salinità del lago tanto da renderla oggi addirittura maggiore di quella dell’Oceano Pacifico.
Nel corso degli anni ’50 e ’60 la salinità era ancora piuttosto contenuta. Questo lago infatti, conosciuto come l’American Riviera, era diventato a quei tempi un luogo di vacanza per molti turisti e celebrità. Le sue sponde nel giro di pochissimo avevano iniziato a ospitare tantissimi villaggi turistici, resort, porti e persino una città nel bel mezzo del deserto. La città, chiamata Salton City, accoglieva ogni anno mezzo milione di turisti e numerosissime star di Hollywood, tra cui anche Frank Sinatra.
La fine del Salton Sea
Gli anni d’oro però erano destinati a finire. Le piogge tropicali e le inondazioni del Colorado sempre più frequenti cancellarono nel 1976 buona parte delle aree attorno al lago, inondando non solo le zone residenziali, ma anche i campi coltivati e soggetti a fertilizzanti e pesticidi.
Proprio queste sostanze tossiche sono da considerare la causa dell’inizio della fine del Salton Sea. L’acqua contaminata raggiunse una salinità elevatissima e diede vita ad alcune alghe in grado di privare i pesci dell’ossigeno necessario alla sopravvivenza, uccidendoli uno per uno.
E così milioni di pesci, uccelli marini e migratori, piuttosto che trovarsi in acqua, sono ancora adesso riversati, a pezzi, sulle rive del lago, cacciando via per sempre turisti, vip e moltissimi residenti. Dei resort di lusso adesso non rimangono che i resti incrostati di sale e marci, molto spesso presi d’assalto da bande di ragazzi di strada e clandestini, ma anche da artisti e outsider che desiderano vivere in totale libertà e lontani dalla società.
L’incubo degli abitanti di Salton City
La tossicità di questo luogo colpisce duramente anche le condizioni di salute dei residenti. La situazione è destinata a peggiorare nel corso dei prossimi decenni. La siccità e la mancanza d’acqua fa crescere a dismisura la possibilità che il lago possa ritirarsi sempre di più. Questo farebbe spazio al suo fondale ricco di sostanze tossiche (arsenico, selenio e Ddt), che potrebbero disperdersi facilmente nell’aria, e agli inquinanti atmosferici che potrebbero aumentare a dismisura.
Cosa si può fare?
Per evitare il disastro ecologico e tenere la situazione sotto controllo, sono stati escogitati diversi progetti con l’obiettivo di non far sparire il Salton Sea così da non scoprire il suo letto tossico. Tra le tante idee vi è quella di creare una diga che possa dividere in due il lago. Così facendo una parte del lago verrebbe prosciugata e destinata a impianti di energia geotermica, mentre l’altra parte rimarrebbe così com’è ma di dimensioni ridotte.
Dal 2003 è stato anche avviato un progetto di riqualifica e recupero del lago, che purtroppo non ha saputo dare risultati positivi.