Siccità in arrivo in queste regioni d’Italia: non piove da molto tempo, ma le cose potrebbero a breve cambiare.
Le regioni del Nord Italia sono da giorni alle prese con una grave siccità. La causa di tutto questo è l’Anticiclone di San Valentino, o Anticiclone di blocco, che appunto blocca le condizioni meteo determinando tempo stabile e soleggiato.
Qualche nuvola, nebbia e smog sono presenti al Nord Italia che però non riesce ancora ad assistere all’arrivo della tanto attesa pioggia.
Siccità in arrivo, l’Anticiclone sarà presente ancora fino al 22 febbraio
Almeno fino a mercoledì 22 febbraio il clima sarà ancora piuttosto mite e le temperature raggiungeranno livelli oltre le medie tipiche della stagione.
Le previsioni ci mostrano che in particolare la giornata di lunedì 20 sarà stabile su tutta la Nazione. Nubi basse saranno presenti nelle regioni tirreniche, nel settore ligure e in Val Padana. Le temperature, invece, saranno in generale sopra la media al Sud, ma anche in Liguria, Veneto e sul Tirreno.
Tra martedì 21 e mercoledì 22 febbraio prosegue la stabilità, anche se nelle regioni del Nord potrebbe comparire cielo grigio e qualche pioviggine. A partire dai giorni successivi, però, aumenteranno le nuvole e la possibilità che finalmente qualche pioggia significativa arrivi nelle regioni di Nord Ovest a rischio siccità.
Le proiezioni, infatti, sembrerebbero riportare una tendenza per la quale l’inverno non è ancora finito.
La speranza del colpo di coda dell’inverno
Il sole, le temperature non poi così fredde e le splendide giornate di cui in questi giorni in molti abbiamo goduto in Italia stanno per lasciare di nuovo spazio all’inverno. Spazio, tra l’altro, dovuto visto e considerato che ci troviamo ancora in piena stagione fredda.
Gli esperti ci avvisano dell’arrivo di un improvviso stratwarming al di sopra del Polo Nord, un fenomeno che causerebbe la frantumazione del Vortice Polare e di conseguenza un gran bel colpo di coda da parte dell’inverno sulla nostra Penisola.
Lo stratwarming è un riscaldamento della stratosfera terrestre, anomalo e piuttosto intenso, che si verifica sul Circolo Polare Artico. Parliamo anche di 50 o 60° C che possono accumularsi nel giro di pochissimi giorni.
Al momento dagli studi emerge che l’area maggiormente interessata a questo riscaldamento è quella compresa tra la Siberia e l’Alaska (+53°C).
“In questi giorni si sta originando un nuovo stratwarming sopra al Polo Nord, un’impennata di 50 o 60 gradi nel giro di una settimana, attorno a 80-90° di latitudine” spiega il colonnello Giuliacci nel suo editoriale.
Cosa succederà a fine febbraio? Le previsioni
Ma questo fenomeno cosa potrebbe comportare? Il riscaldamento della stratosfera di solito tende ad espandersi verso l’alta troposfera, a una quota tra i 10 e i 12 chilometri.
A questo punto intacca il Vortice Polare che inizia a sfaldarsi nel giro di poche settimane provocando ondate di freddo gelido che potrebbe raggiungere anche l’Europa e quindi l’Italia.
Non si tratterebbe comunque di nulla di straordinario in quanto, secondo le statistiche, accade spesso che la seconda parte della stagione invernale possa risultare più rigida della prima.
Osservando i dati, l’ipotesi più accreditata che circola tra gli esperti è che il Vortice Polare potrebbe tranquillamente suddividersi in più porzioni e provocare l’arrivo di correnti fredde che scendono da Nord a Sud.
Dagli indici atmosferici e dalle mappe si può notare l’inizio della discesa di aria fredda d’origine artica proveniente dalla Russia verso l’Europa centrale.
Dalle proiezioni, la data d’inizio da tenere in considerazione per il verificarsi del fenomeno potrebbe essere il 24 febbraio 2023.
Il potenziale pericolo legato all’arrivo di queste correnti instabili, poi, è da correlare a un altro elemento meteorologico già presente: il ciclone nel bacino del Mediterraneo attualmente in risalita.
Se l’aria artica riuscisse ad alimentare il ciclone, potrebbe verificarsi un’ondata di maltempo da non sottovalutare caratterizzata da nevicate abbondanti e piogge alluvionali.
In ogni caso non tutto è ancora certo: le previsioni a lungo termine, si sa, possono sempre cambiare.