Hal Saflieni, l’ipogeo dell’isola di Malta, è un luogo di mistero e cultura dove sono stati ritrovati crani allungati e ossa accatastate. Alcuni di questi teschi sembrerebbero non essere umani.
L’ipogeo di Hal Saflieni è una struttura sotterranea che risale al periodo tra il 3600 a.C. e il 2500 a.C; si trova a Paola, sull’isola di Malta ed è riconosciuta come patrimonio dell’Unesco. Si tratta dell’unico tempio storico sotterraneo in tutto il mondo. Malta è conosciuta come un’isola dal grande fascino dovuto proprio all’immenso mistero che questa porta con sé grazie ai numerosi siti archeologici di cui dispone. All’interno dell’ipogeo di Hal Saflieni, sono stati ritrovati mucchi di ossa e crani di cui alcuni, a quanto pare, non sarebbero umani.
Ipogeo di Hal Saflieni: storia e ipotesi
L’ipogeo di Hal Saflieni fu scoperto per puro caso nel 1902 da una squadra di operai che stava lavorando per la realizzazione di una cisterna e, nel 1908, fu aperto al pubblico. Ancora ad oggi ci sono dubbi sulla sua originaria destinazione: gli studiosi ipotizzano che potesse trattarsi di un santuario o di un luogo di sepoltura.
In effetti non è facile comprenderlo: si tratta di un tempio scavato nella roccia che scende sottoterra, formato da tre piani sotterranei con camere collegate tra loro da lunghi corridoi, scale e gallerie. Le stanze all’interno del tempio sotterraneo sono ben trentatré: un lavoro davvero maestoso per l’epoca considerando i pochi e antichi mezzi a disposizione per rimuovere tutta quella pietra. I dubbi esistono anche sulla mano che ha realizzato questo tempio: molti esperti concordano sul fatto che possa essere stato costruito dalle stesse popolazioni che realizzazione i tempi di Ggantija e Hagar Qim, altri due siti archeologici di Malta.
Ipogeo di Hal Saflieni, perché è così discusso?
L’ipogeo di Hal Saflieni continua a catalizzare l’attenzione di studiosi, archeologi e curiosi praticamente da sempre. La verità è che, nella storia di questo sito archeologico esistono molte zone d’ombra che non sfuggono all’attenzione degli esperti. Ad esempio, quando iniziarono gli scavi nel 1930, gli operai mossero tonnellate di terra scura mista a frammenti di ossa, oggetti e utensili.
Qui c’è il primo grande interrogativo che molti si pongono ancora oggi: la maggior parte degli oggetti rinvenuti fu recuperata per essere esposta al pubblico; delle ossa, invece, non si ebbe più alcuna traccia. Sospetto anche ciò che accadde subito dopo al direttore degli scavi, Emmanuel Magri il quale, subito dopo la faccenda fu rimosso dall’incarico. Qualche tempo dopo, morì in Tunisia, dove si trovava per svolgere il suo nuovo lavoro: sparirono anche i suoi appunti e annotazioni sull’ipogeo di Hal Saflieni. La seguente fase degli scavi per il recupero del sito fu affidata alla direzione di Themistocles Zammit che, come il suo predecessore, parlò di ritrovamenti di ossa umane ammassate assieme a scheletri animali.
Peccato, però, che anche di tutto questo non ci sia alcuna traccia. Incredibile pensare che niente di tutto ciò sia stato conservato data l’importanza storica inestimabile di certi reperti; al contrario, strano pensare che siano stati custoditi tutti gli oggetti e gli utensili.
Il mistero dei ritrovamenti all’interno dell’ipogeo di Hal Saflieni
Se da un canto non vi è quasi alcuna traccia dei ritrovamenti dichiarati da coloro che condussero gli scavi, dall’altro esistono delle testimonianze scritte che dichiarano il rinvenimento di undici teschi, molti dei quali avevano una forma insolita. Erano allungati e non presentavano sutura sagittale, ossia le suture tipiche del cranio che siamo abituati a vedere. Questo è un dettaglio che non avrebbe dovuto essere trascurato poiché rappresenta un fatto di straordinaria importanza: infatti non è scientificamente possibile che un cranio non possegga sutura sagittale; inoltre, nella storia anatomica dell’essere umano, non vi sono precedenti di questo tipo.
Ecco che, la conclusione di tutti gli studiosi che hanno esaminato la questione è che si tratti di crani appartenenti a una specie ancora sconosciuta. La faccenda ha attirato l’attenzione di molti studiosi, scrittori, ricercatori e archeologi di tutto il mondo, anche italiani. Le ipotesi avanzate sono state tante: c’è chi ha parlato di specie aliene e chi di un gruppo di sacerdoti iniziati a un culto sconosciuto. Non sappiamo se si tratti di occultamento di reperti storici, di furto o se semplicemente questi resti siano scomparsi durante i lavori: ciò che sappiamo è che la questione meriterebbe di essere approfondita ma che, ad oggi, tutto è ancora nebuloso e indefinito.