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Sotto la coltre di alberi della foresta pluviale del Belize si nasconde un’antica città Maya. La scoperta, riportata del National Geographic, è stata realizzata grazie ai laser, ai satelliti e alle altre nuove tecniche di ripresa che stanno rivoluzionando il mondo dell’archeologia.
Il lavoro degli studiosi sul campo è stato insostituibile ma, certo, è stato avvantaggiato dai nuovi strumenti di cui possono ora disporre gli archeologi. Laser, satelliti ed altri ritrovati tecnologici hanno facilitato il ritrovamento dell’antica città Maya, nel cuore della foresta pluviale del Belize.
L’utilizzo della tecnica di telerilevameno laser LiDAR, Light Detection and Ranging, ha permesso agli studiosi di realizzare una mappa 3D dell’insediamento Maya: la città di Caracol.
Il rilievo ha messo in luce decine di edifici, tra cui alcuni templi, 11 strade e migliaia di altri particolari mai osservati prima. LiDAR ha ripreso soprattutto gli edifici più alti di Caracol, un gruppo di templi e palazzi chiamato Caana. I Maya chiamavano i templi e i palazzi di Caana ‘i luoghi del cielo’.
Il Belize, dopo il Messico, potrebbe, dunque, diventare un’altra importante meta turistica per gli appassionati della cultura maya.
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