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Le isole Senkaku/Diaoyu erano sconosciute al mondo intero fino a un mese fa: ancora adesso probabilmente tutti avremmo grandi difficoltà a collocare l’arcipelago su una mappa.
Ma per lo meno, ora sappiamo che si tratta di isole contese tra Cina e Giappone e che il doppio nome deriva proprio da questa diatriba: Senkaku è la versione giapponese, Diaoyu quella cinese.
A livello geografico, l’arcipelago delle isole Senkaku/Diaoyu si trova a sud del Giappone ma molto vicino alla Cina, nel Mar Cinese orientale: infatti, le isole siano amministrate dai Giapponesi, cosa che ai Cinesi non garba molto. Tanto che ultimamente la tensione è esplosa e le proteste cinesi non si sono fatte attendere.
L’arcipelago delle Senkaku/Diaoyu è formato da 5 isole disabitate e 3 scogli: nulla per cui valga la pena farsi una guerra, ma la rivalità tra Cina e Giappone per il possesso di questo pugno di isolette è antica.
Senza rivangare troppo nel passato remoto, la miccia tra i due Paesi si è riaccesa questa estate, quando il Giappone ha annunciato la nazionalizzazione delle isole Senkaku: ovvero, l’acquisto di tre isole dalla famiglia giapponese che ne detiene i diritti di sfruttamento e, di conseguenza, la nazionalizzazione. La conseguenza è stata una vera e propria esplosione di proteste in tutta la Cina, che ha coinvolto almeno 100 città, l’ambasciatore americano in Cina, pescherecci taiwanesi con attivisti pro-Cina che sono andati all’arrembaggio sulle isole per issare la bandiera cinese.
Per contro, molte aziende e ristoranti giapponesi in Cina hanno interrotto le attività per precauzione, tra le quali anche Toyota, Nissan e Honda, che hanno stabilimenti di produzione delocalizzati in Cina (lo stesso hanno annunciato di fare anche Canon e Panasonic). L’ambasciata giapponese a Pechino è protetta da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa, che hanno eretto barriere metalliche alte fino a due metri.
Intanto Leon Panetta, segretario della difesa degli Usa, sta tentando di mediare tra i due Paesi ed è partito in missione in Asia senza però schierarsi con nessuna delle due parti. Il rischio è che le isole contese possano avere conseguenze nefaste sui rapporti economici tra Cina e Giappone, con ripercussioni anche sul resto del mondo.