Inaspettato ritrovamento nel deserto, ecco cosa sono le strutture che gli scienziati hanno cercato per secoli e che sono state trovate.
La storia del nostro pianeta è misteriosa e affascinante, e i ritrovamenti archeologici ci danno modo di approfondire questa storia e mettere in luce tutto quello che è accaduto nel corso dei millenni.
Tra i luoghi ancora per lo più da scoprire in tutto il mondo, ci sono i deserti, misteriosi e affascinanti. Dove da anni gli scienziati cercano ritrovamenti per far luce sulla loro affascinante storia nel corso degli anni.
Ed è proprio nel deserto che recentemente c’è stato un ritrovamento davvero bizzarro e inaspettato, che ha acceso i riflettori di nuovo su questi luoghi affascinanti e ha fatto scoprire nuovi dettagli su di essi.
Andiamo a vedere di cosa si tratta e perché questo ritrovamento inaspettato ha lasciato tutti di stucco.
Inaspettato ritrovamento nel deserto, di cosa si tratta
Ci troviamo nel deserto, e precisamente in Arabia Saudita. Qui sono state recentemente ritrovate delle costruzioni considerate davvero interessanti dai ricercatori, i mustatil.
Se infatti in passato queste costruzioni erano passate inosservate, anche a causa della loro posizione, da qualche anno sono diventate oggetto di studio di numerosi scienziati, proprio per il contributo che potrebbero dare alla storia di questi luoghi.
Grazie a queste scoperte e agli studi fatti su i mustatil, ad oggi è possibile avere un quadro molto più chiaro di quella che era la vita nel deserto nella preistoria, una scoperta sensazionale e unica che cambierà addirittura il modo di vedere quel lasso di tempo nella storia.
Ma cosa sono i mustatil? In realtà, in passato si credeva che queste costruzioni potessero essere degli antichi ripari per gli abitanti del luogo. Grazie a queste recenti scoperte però, sono state messi in luce dei nuovi e importanti dettagli che a quanto pare scarterebbero questa prima ipotesi.
Mustatil, le recenti scoperte
Secondo il professor Thomas, vicedirettore del progetto Archeologia Aerea nel Regno dell’Arabia Saudita, questa prima ipotesi infatti sarebbe troppo approssimativa e per questo aveva avviato una serie di indagini per riuscire a scoprire di più sui mustatil.
Queste indagini poi, guidate dal team della dottoressa Kennedy, hanno effettivamente messo in luce che il professor Thomas non si stava sbagliando. E che quelle costruzioni nel deserto non erano semplici ripari, ma piuttosto erano luoghi di rituali e pellegrinaggio.
E’ stato possibile arrivare a queste supposizioni grazie agli scavi effettuati, che hanno portato alla luce la divisione interna di questi luoghi con una probabile stanza dove venivano effettuati i sacrifici (sono stati ritrovati resti di ossa di bovino) e un’altra dove venivano riposti gli strumenti rituali. Ma non solo.
Sembra addirittura che siano stati trovati dei resti umani, con offerte floreali e vegetali. La prova che questo luogo veniva utilizzato anche come santuario dove le popolazioni si recavano in pellegrinaggio. E dove poteva essere presente anche un eventuale guida o sacerdote.
Tutto questo mette in evidenza come anche nell’epoca preistorica fosse già presente uno spirito comunitario. Un esempio quindi di come le popolazioni si muovessero in pellegrinaggio per raggiungere luoghi per loro ritenuti sacri. Inoltre, questo studio pone anche le basi per altre importanti scoperte a livello religioso e spirituale.
Il fatto che questi luoghi fossero usati come santuari infatti, evidenzia come anche in quell’epoca ci fosse nelle popolazioni locali una ricerca e la credenza di una rassicurazione ultraterrena.