Il vero prezzo per un ombrellone e un lettino in Albania: quanto chiedono in spiaggia

Il vero prezzo in Albania per una vacanza al mare: non sempre il Paese che ha spopolato di più per l’estate 2023 ha lasciato un buon ricordo di sé.

Stabilimento in Albania
Stabilimento in Albania – viaggi.nanopress.it

Ci eravamo lasciati così, con l’Albania in cima alla classifica delle mete più amate ed economiche per le vacanze estive. Questo Paese d’Europa è stato per tutta l’estate la destinazione prediletta per molti italiani che hanno preferito volare altrove e allontanarsi dalla bellezza troppo costosa delle nostre spiagge.

Su una pagina del Messaggero si leggeva qualche giorno fa il report che metteva a confronto i prezzi italiani con quelli albanesi. E i risultati erano abbastanza evidenti.

Quanto costa andare in vacanza in Albania?

Il giornale sottolineava come secondo gli studi di Consumerismo No Profit, le tariffe dei servizi turistici nel nostro Paese erano del ben 248% superiori rispetto a quelli proposti dall’Albania.

Nello specifico, era emerso che un pernottamento di una settimana (sette notti) in una delle località balneari più famose dell’Albania veniva a costare circa dai 175 euro in su per una camera doppia. In Italia, invece, lo stesso pernottamento a Milano Marittima aveva un prezzo che si aggirava attorno ai 564 euro in su.

Cosa non diversa per gli stabilimenti balneari che in Italia, secondo le analisi, sembrerebbero costare il 162% in più. Un esempio? Se un pasto completo in Albania costa dai 20 ai 25 euro a persona, in Italia lo stesso pasto dovrà essere pagato minimo 45-65 euro.

Il vero prezzo in Albania per una vacanza
Il vero prezzo in Albania per una vacanza – viaggi.nanopress.it

Alla luce di queste analisi di qualche settimana fa, resta quindi da chiedersi a questo punto: ma è davvero così? L’Albania è davvero la meta low cost da sogno di cui tutti i giornali parlano? La risposta è no, o almeno non per tutti.

Il vero prezzo in Albania per una vacanza al mare

Se da una parte abbiamo sentito parole d’amore verso le località turistiche albanesi, tuttavia non dobbiamo anche dimenticare di sentire l’altro suono della campana. Negli ultimi giorni, passato il Ferragosto, moltissimi turisti italiani stanno esprimendo il loro disappunto sui Social circa la reale atmosfera da favola dell’Albania.

A quanto pare, infatti, non sempre questo Paese si mostra esattamente come viene descritto da influencer e gente che ne parla come se fosse il paradiso.

La storia dei prezzi bassi, per esempio, non è di certo una regola. Come in ogni Paese, le tariffe economiche dipendono molto dal luogo in cui ci si reca.

Le lamentele dei turisti

Ne è la dimostrazione il test sperimentato da due tiktoker che sono volati in Albania per constatare l’effettivo suo essere low cost. Effettivamente, nella località di Dhermi, i due ragazzi hanno dichiarato di aver speso per una settimana per alloggio, giornate al mare e ristoranti, solo 650 euro a testa. Tuttavia, non sempre le cifre proposte ai turisti sono così modiche e convenienti.

Dhermi
Dhermi – viaggi.nanopress.it

Una turista ha infatti di recente rilasciato un’intervista al Messaggero dove ha raccontato la sua esperienza non proprio felice in Albania. Nella località di Ksamil, ha dichiarato, un caffè lo avrebbe pagato 4,50 euro, un gazebo in spiaggia per tre persone 50 euro (prezzo minimo, il massimo qui è di 200 euro), due lettini e un ombrellone dai 25 ai 50 euro al giorno.

Ma gli aspetti più deludenti per questa turista sono stati in particolare i servizi scadenti e le poche comodità: ombrelloni ammassati gli uni sugli altri, pagamenti quasi sempre e solo in contanti in moneta locale, parcheggi assenti, tempi d’attesa al ristorante lunghissimi.

Sui Social quindi aumentano sempre più i post in cui chi è stato in vacanza in Albania è tornato a casa deluso. C’è chi persino ha scritto: “Ghiaia al posto della sabbia portata da appositi camion, acqua torbida, moto d’acqua che corrono a destra e sinistra. Un incubo”. E ancora: “Lì c’è un problema di smaltimento dei rifiuti: non hanno i cassonetti e fanno lunghi viaggi in macchina per abbandonare la spazzatura”.

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