Il teatro più antico d’Italia: si trova in questa regione del Meridione italiano ed è una meraviglia da visitare. Ecco di quale si tratta.
Si trova a Napoli il teatro più antico d’Italia (e del mondo). Si tratta del San Carlo, eretto nel 1737 accanto a Piazza Plebiscito, vero proprio tempio della lirica donato al capoluogo campano da Carlo III di Borbone e diventato immediatamente una delle perle più illustri della penisola.
La storia del teatro più antico d’Italia: si trova qui
Teatro di San Carlo a Napoli è stato costruito sulla base di un progetto di Giovanni Antonio Medrano e Angelo Carasale, la sua costruzione fu ultimata nel breve volgere di otto mesi, culminando nell’inaugurazione del 4 novembre 1737, ovvero proprio in concomitanza con l’onomastico del sovrano. La sua struttura a ferro di cavallo, tipica del teatro italiano, fece da modello per un gran numero di strutture analoghe costruite in quei decenni, in Italia e fuori dai confini tricolori.
Proprio Carasale lo gestì nel corso delle prime quattro stagioni, dando vita ad un periodo indimenticabile. Nel corso del quale furono rappresentate opere di Leonardo Leo, Niccolò Porpora, Leonardo Vinci, Domenico Sarro, Niccolò Jommelli, Baldassarre Galuppi, Niccolò Piccinni, Antonio Sacchini, Tommaso Traetta, Giacomo Tritto e altri autori in grande spolvero all’epoca.
Teatro più antico d’Italia: un punto di riferimento a livello mondiale
Un gustoso antipasto all’arrivo di due veri e propri giganti: Christoph Willibald Gluck, che proprio al San Carlo tenne a battesimo la Clemenza di Tito, nel 1752. E Johann Christian Bach, che nel biennio 1761-62 compose prima Catone e poi Alessandro.
Stava però per scoccare l’ora della Scuola Napoletana, il movimento condotto da Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa. Che trasformò il teatro in un punto di riferimento a livello mondiale. Vero e proprio epicentro culturale di una metropoli che conteneva ormai mezzo milione di persone. E che era considerata una delle mete irrinunciabili del Grand Tour in Italia.
Il secolo successivo, permeato da suggestioni popolari, quelle simboleggiate da Gioacchino Murat, vide fare capolino all’interno della struttura i vari Gioacchino Rossini, Gaetano Donizetti Vincenzo Bellini, Niccolò Paganini, Saverio Mercadante e Giuseppe Verdi. Un novero di grandissimi della lirica che contribuirono ad incrementare la sua fama. Spingendo a misurarsi sulla sua scena anche maestri stranieri come Händel e Mozart.
Dopo l’Unità d’Italia, lo stemma del Regno delle Due Sicilie fu sostituito dallo stemma sabaudo, per poi essere ripristinato sotto l’arco di proscenio. Rimasero invece i colori dominanti nella sala, ovvero oro e rosso. Come la grande tela realizzata da Antonio, Giovanni e Giuseppe Cammarano, in cui è raffigurato “Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo”. La gigantesca tela, che ricopre ben 500 metri quadrati, vede tra i suoi protagonisti Dante, Virgilio e Omero. Una vera e propria parata di stelle, degna di un tempio dell’arte.