Il primo esempio di illusione ottica, realizzato 850 anni fa: mostra queste due figure

Il primo esempio di illusione ottica nel mondo si trova a circa 9 mila chilometri dall’Italia. Non si tratta di opere d’arte novecentesche, ma di tesori vecchi più di 800 anni. Ecco dove trovarlo.

Primo esempio di illusione ottica
Primo esempio di illusione ottica- viaggi.nanopress.it

Quando pensiamo alle illusioni ottiche nel mondo dell’arte non possiamo di certo non fare riferimento alle opere del grande artista olandese Escher o a quelle di Salvador Dalì.

Oggi però sappiamo che i primi esempi dell’utilizzo di questa particolare tecnica rappresentativa, capace di confondere e di far perdere di vista la sottile linea tra reale e irreale, risalgono a ben 850 anni fa, quando tra il 1146 e il 1170 le popolazioni di questo Paese realizzarono un bassorilievo a dir poco straordinario.

Il primo esempio di illusione ottica nel mondo: è un elefante o un toro?

Un elefante che sembra un toro. Un toro che sembra un elefante. Un animale che è un mix di toro ed elefante. A guardare quest’opera in realtà non si può dire concretezza assoluta quale delle tre affermazioni sia la più corretta. Effettivamente potrebbero essere esatte tutte e tre.

illusione ottica in pietra
Prima illusione ottica – viaggi.nanopress.it

Sì, perché il bassorilievo che raffigura questa rappresentazione è stato realizzato in modo tale che l’esemplare in questione non abbia una sola e unica identità.

Quest’illusione ottica, tra le più antiche al mondo mai prodotte dall’essere umano, si trova in India Meridionale, recisamente a Darasuram. Qui al tempo della dinastia Chola fu edificato il meraviglioso Tempio Airavatesvara il quale oggi è uno dei tre più grandi templi indù dell’XI e XII secolo.

Questo tempio ha conservato per ben 850 anni un’opera d’arte eccezionale che ha fatto molto discutere di sé nel corso del tempo.

Si tratta della raffigurazione di due animali dal corpo ben distinto l’uno dall’altro, ma con le teste sovrapposte in modo tale da sembrare un unico elemento in comune tra i due esemplari. Questa ingegnosa rappresentazione fa sì che lo spettatore possa vedere immagini differenti a seconda della sua posizione rispetto all’animale.

In pratica, se lo spettatore guarda l’animale di sinistra, ciò che vedrà sarà un toro con tanto di corna. Se però costui si concentra sull’animale di destra, ecco che apparirà davanti ai suoi occhi un elefante con tanto di proboscide.

Un’immagine molto ricorrente nella cultura indù, perché?

Il Tempio indù di Airavatesvara, oggi inserito nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità Unesco, non è tuttavia l’unico edificio a presentare immagini del genere.

Tempio Airavatesvara
Tempio Airavatesvara – viaggi.nanopress.it

Nonostante questo sia di certo la testimonianza meglio conservata e di conseguenza comprensibile della prima illusione ottica del mondo, esistono altre opere molto somiglianti custodite nei templi di Vijaya Vittala di Hampi e di Rameshwaram sull’omonima isola.

Secondo alcuni esperti, questa raffigurazione ricorrente nella cultura indù starebbe a rappresentare l’immagine di Lord Shiva, la divinità più venerata della mitologia induista che ha la capacità di assumere diverse forme e che spesso è ritratto con il corpo a metà tra un essere e un altro (spesso metà donna e metà uomo oppure con tre teste).

Per altri invece simboleggia l’unione delle divinità appartenenti alla fede indù. Infatti sappiamo che nella simbologia induista il toro indica la forza, la virilità e la forza ed è spesso rappresentato come compagno dello stesso dio Shiva. L’elefante invece rappresenta la fedeltà e l’intelligenza, ma anche l’autorità e la saggezza.

Non è un caso infatti se i sovrani del passato erano molto spesso rappresentati con la testa d’elefante.

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