È da tempo che nel Canton Ticino si parlava di protezione della prostituzione e verifica delle condizioni di lavoro delle ragazze che si mantengono con il mestiere più antico del mondo. In Svizzera, il problema è legato soprattutto allo sfruttamento della prostituzione gestito dalle bande rom, fenomeno in continua espansione nel paese.
Il Canton Ticino, famoso in Italia oltre che per il buon cioccolato anche per la legalizzazione delle cd ‘case chiuse‘, ora sta vagliando l’eventuale modifica della legge sulla prostituzione, che è in vigore dal 2001.
La modifica a questa legge porterebbe alla designazione di zone a luci rosse all’interno delle città.
I membri del Gruppo per il monitoraggio sulla prostituzione hanno approvato, qualche giorno fa, una bozza di progetto, che adesso passerà al vaglio del direttore del Dipartimento delle istituzioni, e quindi del Governo.
Il contenuto principale vede soprattutto un ruolo attivo dei Comuni che dovranno indicare, sempre se li li accetteranno, i comparti destinati a ospitare i bordelli.
L’opinione pubblica pare ritenere che, a livello di sicurezza, l’aver deciso di designare zone a luci rosse sia una cosa positiva.
Uno dei gerenti di un locale a luci rosse del Luganese addirittura auspica, come già accade in qualche quartiere di alcune città della Svizzera interna, il posizionamento anche di transenne per delimitare queste zone a luci rosse, transenne davanti alle quali, in qualche occasione, dovrebbero stazionare agenti di polizia.
C’è dunque interesse da parte di tutti: responsabili di bordelli, Comuni e prostitute, per la prossima legge cantonale sul meretricio che dovrebbe colmare le lacune attuali!