Trovati fossili di un animale in un luogo in cui non avrebbero dovuto essere. La scoperta sconvolge gli scienziati e mette in dubbio l’unica certezza che gli esperti avevano su questa creatura.
Se pensate che tutte le balene debbano essere necessariamente di grandi dimensioni, sappiate che vi sbagliate di grosso. Nelle acque dell’emisfero australe, per esempio vive la Caperea marginata, un misterioso cetaceo che sembrerebbe essere la balena più piccola esistente sul nostro Pianeta.
Non molto tempo fa questo esemplare, o meglio alcuni suoi fossili, hanno sconvolto scienziati ed esperti. Questi pensavano di aver almeno chiarito uno dei tantissimi aspetti riguardanti la balena, ovvero il suo habitat. Ma a quanto pare, nemmeno questo mistero è ancora stato risolto.
Trovati fossili di Caperea marginata in Sicilia e in Giappone: non avrebbero dovuto essere lì
La Caperea marginata è un esemplare ancora oggi poco conosciuto dalla scienza e piuttosto misterioso. Si tratta della balena più piccola esistente. La sua lunghezza si aggira tra i 4 e i 6 metri circa e il suo peso non supera i 3,5 chili.
Questo esemplare è probabilmente il meno studiato e conosciuto tra i cetacei. Non si conoscono bene né il numero di individui presenti al mondo né la sua distribuzione, non sappiamo granché della sua alimentazione o delle sue abitudini sociali e riproduttive, non abbiamo idea delle dimensioni e del peso dei cuccioli. Insomma, tutto è un mistero.
Dalle poche notizie ricavate su questa specie, visti i rarissimi avvistamenti, sappiamo che sembrerebbe vivere solo nell’emisfero australe. O meglio è quello che gli scienziati credevano con fermezza prima di questa scoperta.
Fino ad oggi, persino i fossili di Caperea (i più antichi dei quali risalgono al Miocene) seppur siano sempre stati estremamente rari, hanno sempre testimoniato anch’essi la presenza del cetaceo esclusivamente nell’emisfero australe.
Il ritrovamento di due nuovi fossili appartenenti al Pleistocene, però, ha rimescolato le carte in tavola suscitando sgomento e incredulità negli scienziati. I resti in questione sono stati rinvenuti uno in Giappone e uno in Sicilia, a Siracusa.
Per la prima volta in assoluto i ricercatori si sono quindi trovati di fronte nuove testimonianze che sembrerebbero smentire la certezza secondo cui questa piccola balena non sia mai vissuta nell’emisfero sopra l’equatore.
Il team di esperti internazionali ha quindi preso in analisi i resti (parti di cranio e ossa dell’orecchio) e sta cercando di venire a capo di questa aggrovigliata matassa.
La nuova incredibile scoperta che cambia tutto
I paleontologi dell’Università di Pisa hanno spiegato che il reperto siciliano è una bulla timpanica. Quello giapponese, rinvenuto nei pressi di Okinawa, è invece un cranio frammentario.
I nuovi fossili hanno letteralmente stupito i ricercatori perché entrambi sono stati ritrovati a nord dell’equatore, quindi lontani da quella che si credeva con certezza l’unica area di distribuzione del cetaceo.
Questi fossili potrebbero dimostrare che durante le varie ere glaciali la Caperea possa essersi spostata da un emisfero all’altro attraversando l’equatore più volte, almeno fino a quando le condizioni interglaciali avrebbero interrotto ogni tipo di collegamento tra nord e sud.
Il professore del Dipartimento di scienze della Terra dell’Università di Pisa, Giovanni Bianucci, ha specificato che:
«Questi fossili provengono da un periodo piuttosto recente della storia della Terra: il Pleistocene, la cosiddetta “era glaciale”, caratterizzata da fasi di forte raffreddamento globale alternate a fasi di clima mite. In particolare, l’età del fossile siciliano è stata vincolata intorno a 1,8 milioni di anni fa, un momento cruciale della storia geologica del Mediterraneo che coincide con l’ingresso in questo bacino semichiuso di alcune specie di invertebrati nord-atlantici, testimoni di una fase di forte raffreddamento».
Per quanto riguarda il reperto giapponese, invece, si stima che appartenga a un periodo che si aggira tra i 500 e i 900 mila anni fa.
Trovati fossili: la spiegazione del ritrovamento secondo gli scienziati
Ma cosa avrebbe spinto una balena endemica dell’emisfero settentrionale a passare a nord dell’equatore e a stabilirsi in nuovi habitat? La risposta è presto data.
Gli esemplari a cui appartengono i due fossili sarebbero vissuti in un periodo molto vicino ai 2,5 milioni di anni fa. In questo particolare momento un importante raffreddamento globale ha interessato il nostro Pianeta.
Con il diminuire delle temperature, anche l’equatore e le zone limitrofe sembrerebbero aver assunto caratteristiche ideali affinché la Caperea, il cui habitat originario erano le acque fresche del sud, potesse sopravvivere persino qui.
È così che il cetaceo si sarebbe spostato verso l’emisfero nord, superando la zona equatoriale e raggiungendo nuove terre.
Gli esperti fanno notare che oggi molti cetacei sono diffusi nelle acque temperate di entrambi gli emisferi, ma che non si trovano mai nelle acque equatoriali. Questo perché l’equatore per questi mammiferi rappresenta una specie di barriera termica che non può essere oltrepassata.
Durante il Pleistocene, però, questa barriera sarebbe venuta meno, facendo in modo che si potessero mescolare tra loro le faune marine dei due emisferi, come dimostrano esattamente i due fossili ritrovati. Solo dopo la fine della fase glaciale la barriera equatoriale si sarebbe ripristinata, bloccando a nord gli esemplari che non sono riusciti a sopravvivere e a sud quelli che invece hanno continuato a prosperare.
Un insegnamento per il futuro, o meglio per il presente
Secondo i ricercatori questo avvenimento dovrebbe servirci da lezione visto e considerato i tempi che corrono. Le attività umane infatti stanno contribuendo largamente a mutare più rapidamente le condizioni climatiche e la vita sulla terra.
Ricordiamoci quindi che anche le nostre azioni irresponsabili incrementano il cambiamento del clima. Queste potrebbero infatti essere capaci di causare l’estinzione di alcune specie che potrebbero ritrovarsi improvvisamente in un ambiente più caldo rispetto a quello abituale, e morire.