Un fiume con una caratteristica speciale: è di colore scurissimo. Scopriamo insieme tutte le curiosità su questo particolare corso d’acqua.
Siamo abituati a vedere fiumi trasparenti, limpidi e brillanti, ma non sempre è così. Nel continente africano scorre un fiume che non passa inosservato, un fiume dal colore molto scuro. Ci troviamo nella Repubblica Democratica del Congo, e il nome del corso d’acqua è Ruki. È il momento di scoprire come mai prende vita questo fenomeno in particolare. I ricercatori di Zurigo, addetti del Politecnico federale, hanno dato vita ad uno studio finalizzato alla piena comprensione di tutte le cause e concause che rendono il fiume Ruki così scuro, a partire dalle sostanze organiche presenti al suo interno.
Infatti, sembrerebbe che ci sia in atto un ciclo del carbonio assai particolare nel fiume Congo, ovvero il fiume in cui si immette il corso d’acqua Ruki. Il fiume è talmente torbido e scuro da non riuscire più a scorgere la propria mano nel momento in cui si immerge all’interno di quell’acqua. La causa principale di questa colorazione, qual è? Si tratta di un buon segno o di un cattivo segno? Scopriamo tutto insieme.
Il fiume Ruki: il mistero dell’acqua scura
Il Ruki è un fiume che scorre nella Repubblica Democratica del Congo, in Africa. Esso si immette in un fiume più grande, il fiume Congo, e la sua particolarità è il colore molto scuro. Una caratteristica abbastanza rara che si manifesta in particolari condizioni. Nonostante questo aspetto singolare non è mai stato oggetto di studi approfonditi fino a pochissimo tempo fa. Le acque del fiume, dunque, secondo le recenti ricerche, sono nere a causa della massiccia presenza di materiale organico. Si tratterebbe di sostanze molto ricche di carbonio, materiali vegetali in stato di decomposizione che si riversa nel fiume a seguito di grosse piogge o di grosse piene. Il dottor Travis Drake dichiara che il Ruki è come un “tè della giungla“.
Le acque del fiume possiedono 1,5 volte il materiale organico del Rio Negro, fiume dell’Amazzonia. Invece, contiene addirittura quattro volte la materia organica rispetto a quella che si attesta nel fiume Congo, il fiume nel quale si immette il Ruki. È strano come questo fiume non sia mai stato oggetto di studio in precedenza, poiché le sue dimensioni sono notevoli e non passa inosservato. La larghezza raggiunge il chilometro e mezzo, mentre il bacino idrografico ricopre un’area più grande della Svizzera di almeno quattro volte. Gli unici studi prima di questi più recenti, risalgono al lontano 1930, e in questo studio si limitarono a indagare sul livello dell’acqua e come cambiava nel tempo. Nulla, però, fu approfondito al fine di catalogare e classificare quale e quanta materia organica fosse presente in queste acque così scure.