Visita a pagamento al Duomo di Milano? Una decisione che, se dovesse diventare definitiva, susciterebbe non poche polemiche. L’introduzione di un eventuale obolo d’ingresso, da far pagare solo ai turisti e non ai fedeli ovviamente, è stata presa in considerazione dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, che vorrebbe utilizzare i soldi ricavati dal biglietto d’ingresso per mettere in atto i lavori di manutenzione che, per una cattedrale quale il Duomo, sono molto cospicui.
La storia del Duomo è strettamente intrecciata con quella di Milano: tanto è vero che i milanesi da sempre sono affezionatissimi alla dorata Madonnina che svetta sulla guglia più alta, ormai diventata un simbolo stesso della città. Tra tutti i monumenti del capoluogo lombardo, il Duomo è senz’altro il più visitato: secondo i dati della Veneranda Fabbrica del Duomo, si parla di 4 milioni di turisti all’anno, circa 100mila a settimana.
L’idea di far pagare l’accesso a monumenti finora gratuiti non è nuova: il parlamento inglese, l’anno scorso, aveva lanciato l’ipotesi di rendere il Big Ben di Londra a pagamento, ricavando così nuovi entroiti per le casse di Westminster pari a 82mila sterline all’anno, cioè 130mila euro circa.
Il problema, per quanto riguarda il Duomo di Milano, è quello di trovare un modo per distinguere i fedeli, che entrano in chiesa per pregare o partecipare alle funzioni, dai turisti che invece hanno altri interessi: come fare? Certo l’abbigliamento tipico da turista, con macchina fotografica al collo, potrebbe aiutare, ma di sicuro non si può puntare tutto esclusivamente sulla differenza d’abbigliamento.
Certo è che negli ultimi anni il flusso di turisti a Milano è notevolmente aumentato, con conseguenze non sempre felici per il Duomo: il pavimento si rovina più velocemente e i marmi, anzichè subire un trattamento di restyling ogni 50-60 anni, devono essere ripuliti e ristrutturati ogni 30.
Pagare dunque per accedere al Duomo o lasciare le cose come stanno attualmente? Ai posteri l’ardua sentenza.