Decifrate le scritte dell’Età del Bronzo: il messaggio segreto dal passato

Decifrate le scritte su un pettine d’avorio dell’Età del Bronzo. Si tratta dell’alfabeto più antico del mondo.

Il messaggio segreto
Il messaggio segreto – viaggi.nanopress.it

La storia dell’alfabeto fonetico, così come lo intendiamo noi, è legata ai Fenici. In realtà ancora prima dell’alfabeto Fenicio, fatto da lettere che corrispondono a suoni, ne esisteva un altro utilizzato dalle antiche popolazioni persino 3.800 anni prima di Cristo.

Si tratta del Cananeo, un tipo di scrittura che al posto dei fonemi utilizzava ideogrammi, cioè simboli associati a intere parole o concetti, che da soli non hanno alcun significato.

A questo proposito una recente scoperta fatta in Israele ha riportato alla luce un’intera frase scritta proprio in Cananeo e gli esperti sono riusciti solo adesso a decifrarla.

Decifrate le scritte su un pettine d’avorio: la frase più antica del mondo

17 caratteri, 7 parole e un argomento che non ci saremmo mai aspettati. La frase più antica mai rinvenuta scritta in alfabeto Cananeo sembrerebbe parlare di pidocchi.

Nel 2017 gli archeologi, durante una campagna di scavi condotta nel sito di Lachish, hanno ritrovato un pettine d’avorio a doppio bordo.

Al momento del ritrovamento il reperto era talmente incrostato di terra che l’archeologo che lo trovò lo raccolse e lo mise in un sacco insieme alle ossa. Solo di recente gli esperti si sono resi conto della presenza di una frase incisa.

L’iscrizione, ancora ben leggibile, è stata decifrata non molto tempo fa e sembrerebbe utilizzare i caratteri dell’alfabeto più antico al mondo utilizzato da un popolo del Vicino Oriente: quello proto-sinaitico o proto-cananeo.

Decifrate le scritte su un pettine d'avorio
Decifrate le scritte su un pettine d’avorio – nanopress.it

Secondo lo studio, pubblicato su Jerusalem Journal of Archaeology, si tratta di una semplice preghiera contro i pidocchi che, con lettere che possiamo riprodurre così ytš ḥṭ ḏ lqml śʿ[rw]zqt, recita:

“Possa questo pettine debellare i pidocchi dai capelli e dalla barba”.

L’archeologo dell’Università Ebraica di Gerusalemme, Yosef Garfinkel, ha definito l’iscrizione come “umana”. Il problema dei pidocchi, infatti, riguardava poveri e ricchi e in passato non vi erano di certo tutti i rimedi di cui disponiamo oggi contro questi fastidiosi insetti.

Un utile oggetto di lusso

Il reperto, visto il materiale di cui è fatto, apparteneva a una famiglia probabilmente benestante e rappresentava un lusso.

È piuttosto piccolo: misura 3,5 centimetri di lunghezza per 2,5 centimetri di altezza. Secondo i ricercatori, la sua realizzazione è da collocare intorno al 1700 a.C. seppur il primo alfabeto proto-cananeo sembrerebbe essere nato circa 3.800 anni fa.

Il pettine risulta molto usato tanto da aver perso alcuni denti. Dal suo stato, però, si capisce facilmente come un tempo avesse da un lato 14 denti per rimuovere pidocchi e uova, e dall’altro 6 denti distanziati per districare i capelli.

Gli archeologi hanno confermato con certezza che si trattasse proprio di un pettine per i pidocchi grazie alla presenza di piccolissimi residui di questi insetti.

Un piccolo pettine, un grande valore

Nonostante le piccole dimensioni, il pettine di Lachis e la sua iscrizione ci danno informazioni molto importanti. Queste infatti arricchiscono la nostra conoscenza sulle popolazioni dell’Età del Bronzo e sulla loro cultura.

L’importanza della scoperta, come scrive Il Foglio, è da legare sostanzialmente a tre considerazioni:

  • gli archeologi hanno ritrovato una frase intera nell’alfabeto più antico al mondo per la primissima volta;
  • abbiamo scoperto come anche popoli antichi avessero a cuore la cura dei capelli e temessero i pidocchi;
  • per la prima volta abbiamo tra le mani un oggetto su cui è riportato il suo scopo e non la sua proprietà.

Se poi, aggiungiamo noi, si pensa che proprio dall’alfabeto utilizzato su questo piccolo pettine sia derivato quello fenicio e di conseguenza quello greco e latino fino ad arrivare al nostro attuale, la scoperta non può che essere definita davvero straordinaria.

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