Hanno ritrovato una creatura millenaria in Italia lungo le coste. Ecco di quale si tratta e dove è stata rinvenuta.
Nei nostri mari, sono presenti tantissimi animali che popolano la fauna marina. E che a volte si nascondono negli abissi più profondi riemergendo soltanto di tanto in tanto per far visita agli umani.
Alcuni di questi animali marini, riescono a sopravvivere per molti anni e diventano delle vere e proprie creature mitologiche. Anche se molte di esse l’uomo non è mai riuscito ad avvistarle.
Creatura millenaria riemersa in Italia: ecco di cosa si tratta
Nei racconti, nelle fiabe e nelle favole, c’è spesso la presenza di un mostro marino che tende a diventare antagonista di alcune storia come ad esempio il kraken nella saga di Pirati di Caraibi.
Anche Pinocchio, viene inghiottito da un grande pescecane, anche se spesso viene raffigurato come una balena. Per via della versione Disney che ha sostituito il mostro marino da enorme squalo a grosso cetaceo.
In molti si chiedono se effettivamente, dato che Pinocchio è Italiano ed è nato in Toscana dalla penna di Carlo Collodi, nelle acque del nostro Paese ci sia davvero la presenza di squali o balene.
La risposta, è arrivata nel 2007 proprio in Toscana, dove lungo la Versilia, a Viareggio, durante una campagna di scavo, a circa 2 km dalla costa furono ritrovate i resti di una creatura marina gigantesca.
La parola degli esperti e i seguenti studi
Secondo il Paleontologo Giovanni Bianucci, le quattro vertebre caudali ritrovate, appartenevano ad una balenottera comune o balenottera azzurra avente una lunghezza di circa 20 metri.
Alla balenottera di Viareggio, venne dato il nome di Ondona. E da quel momento i ricercatori dell’Università di Pisa e dell’Università di Parma hanno condotto altre indagini nell’area del ritrovamento delle vertebre del cetaceo.
In questo sito, hanno ritrovato altre parti dello scheletro della balenottera e dopo anni hanno creato un gruppo di ricerca condotto dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa con la collaborazione di a alcuni ricercatori del Museo Geopaleontologico GAMPS di Scandicci.
Lo studio dello scheletro del cetaceo, aiuterebbe gli esperti a scoprire e comprendere meglio il cambiamento climatico del Mediterraneo. E tutte le implicazioni che ha avuto sul territorio e sui suoi abitanti.
“Dal punto di vista scientifico contestualizzare il ritrovamento nell’ambito dell’evoluzione della pianura costiera versiliese potrebbe avere un’importanza rilevante. In particolare potrebbe contribuire a definire nel dettaglio le tempistiche di progradazione di questo tratto costiero”
Con queste parole Monica Bini dell’Università di Pisa ha voluto sottolineare l’importanza della ricerca e che porterebbe a comprendere anche quello che accadrà nel territorio in futuro.
Ad accodarsi alle parole dell’esperta, anche Giovanni Bianucci, Paleontologo che ha osservato nel 2007 i primi ritrovamenti di Ondona. Che ha voluto sottolineare il perché si è preso a cuore la questione delle ossa di questa balenottera.
“Lo scheletro di questa balenottera riveste una grande importanza scientifica, [..], rappresenta un tassello importante per ricostruire gli effetti dell’impatto antropico e della recente evoluzione climatica sull’ecosistema Mediterraneo”