Vi siete mai chiesti cosa usavano gli Antichi Romani per lavarsi i denti? La risposta è davvero curiosa, scopriamola.
Chi ha paura del dentista? Fin da bambini ci viene ricordata l’importanza di una corretta igiene orale. Sono diversi i fattori che concorrono al mantenimento di un equilibrio nel nostro cavo orale. Certamente la genetica, ma anche il tipo di alimentazione e naturalmente una corretta igiene orale.
Un tema questo, che interessa l’umanità fin dall’antichità. Ovvio che le immense conoscenze di cui disponiamo ora sia in tema di cure, che di pulizie, sono molto diverse, eppure diversi studi hanno dimostrato quanto sin dagli albori dell’umanità si pensasse a come lavarsi i denti. Sapete come facevano gli Antichi Romani?
Cosa usavano gli Antichi Romani per lavarsi i denti?
I dentisti lo raccomandano di continuo: lavarsi i denti dopo ogni pasto, passare il filo interdentale, sottoporsi a regolari sessioni di pulizie in studio e controlli, per individuare presenza di eventuali carie.
Insomma, noi disponiamo davvero di tutti i mezzi per evitare di soffrire con il mal di denti, uno dei fastidi più insopportabili in cui incappare. Ma come facevano in antichità? Pensate che una testimonianza storica, ci racconta che il problema dell’igiene orale, era un annoso dilemma già 9000 anni fa.
A dircelo alcuni scheletri rinvenuti in Pakistan. Dall’analisi sui crani risultavano dei fori da trapano. E probabilmente utilizzati per delle cure dentali, precisamente sui molari. Non solo, perché già si provava a rimuovere le carie con otturazioni di fortuna. Fatte addiritttura in cera ricavata dalle api.
Le carie in antichità erano chiamate “verme dei denti”. Un curioso mito risalente al 5.000 a.C. probabilmente all’epoca sumera. Di lì a poco si diffuse poi anche in Egitto, India, Cina. In poche parole un verme si insedia per volere degli Dei, tra le gengive ed i denti dell’uomo. Si nutre qui di cibi e bevande, che gli servono per scavare caverne. Queste generano il mal di denti. Una ricostruzione fantasiosa, ma davvero puntuale considerato il periodo storico, dell’annoso problema delle carie.
Ogni civiltà ha utilizzato metodi diversi per pulire il cavo orale, ma cosa usavano gli Antichi Romani per lavarsi i denti? Così evoluti, elevati in diversi campi, anche nella scienza, possibile che non avessero un segreto? La risposta è davvero molto curiosa: urina.
Il curioso “collutorio” romano
Può sembrare assurdo e anche piuttosto disgustoso, ma come si dice spesso, “di necessità si fa virtù“. Naturalmente all’epoca dell’Antica Roma, non era ancora conosciuto il concetto di spazzolino da denti, dunque diciamo che dovettero adattarsi come poterono.
A raccontarlo è proprio il poeta Catullo in uno dei suoi Carmina. I Romani utilizzavano l’ammoniaca per sciacquare i denti. In pratica una versione davvero molto antica del collutorio.
Ma perché? perché i batteri presenti all’interno dell’urea, trasformano la pipì in ammoniaca. E l’ammoniaca ha un elevato potere sbiancante. A quanto pare una prassi davvero molto diffusa tra la popolazione. Denti bianchissimi, sulla pulizia non possiamo mettere ovviamente la mano sul fuoco.
Sappiamo bene invece quanto il Medioevo fosse un periodo buio per la questione dentale, soprattutto tra i nobili. Nessuno era solito lavare i denti e l’alimentazione ricca di zuccheri e grassi provocava carie dolorose che richiedevano la rimozione. Bisognerà attendere diversi anni, precisamente fino al 1500 d.C. Quando si vede comparire il primo spazzolino.
A realizzarlo ci penserà la Cina, ovviamente utilizzando delle setole naturali. Occorreranno diversi anni per migliorarne la qualità, ma i tempi dell’urina e del Medioevo sono ormai definitivamente alle spalle!
Una scienza antica dunque quella dell’odontoiatria. I primi studi sulle cure che conosciamo oggi, sembrano risalire addirittura al diciottesimo secolo.