La Via Lattea riserva sorprese: ecco cosa è stato trovato che potrebbe finalmente rispondere alla domanda “Siamo soli nell’universo?”
La domanda delle domande è solo una: “Siamo solo in quest’universo?”. Ecco alcuni indizi che potrebbero portare ad una risposta.
Nuove forme di vita nell’universo?
L’astrofisica è una disciplina studiata a lungo e sempre in costante aggiornamento. Uno di questi studiosi è Sasha Quanz dell’Istituto Federale di Tecnologia di Zurigo che afferma come nei prossimi 25 anni si scopriranno forme di vita che rivoluzioneranno la storia dello spazio.
Inoltre sostiene che per ognuna delle oltre 100 miliardi di stelle che ci sono in Via Lattea esiste un pianeta compagno. Un’analisi importante da fare è quella di capire se esiste acqua liquida sugli altri pianeti oppure se la composizione delle atmosfere è compatibile con l’esistenza.
Questo è un altro modo per accertare se la terra ed i suoi abitanti sono in buona compagnia.
Lo scenario del telescopio della NASA
James Webb, il celebre telescopio della NASA, ha il compito di osservare le stelle più lontane ma nel mentre sta raccogliendo informazioni preziose sugli esopianeti. Si tratta di un telescopio più sofisticato e dettagliato rispetto agli altri dispositivi, ma nonostante questo non ha ancora la capacità di esaminare a fondo i pianeti dell’universo.
Quanz ed il suo team dell’istituto svizzero hanno così l’obbligo di sfruttare lo spettrografo ELT nel medio infrarosso.
Di cosa si tratta? Si tratta di uno strumento unico nel suo genere, necessario per analizzare più a fondo le caratteristiche degli esopianeti più lontani.
Via Lattea, nuove forme di vita
C’è un nuovo strumento che sta per vedere la luce del sole. L’ELT è ancora in fase di costruzione presso l’Osservatorio del Cile e dovrebbe essere completato entro la fine del 2030.
La caratteristica principale è quella di una lente che avrà una larghezza di circa 40 metri, così da trasformare il telescopio ottico nel più grande del mondo.
Questo telescopio scatterà come prima fotografia quella di un pianeta potenzialmente simile alla Terra attorno a una delle stelle più vicine. La scienza e gli ultimi progressi hanno originato una lente cha avrebbe il compito di scrutare ancora più lontano. Per questo Sasha Quanz si mostra molto fiducioso nel cercare nuove forme di vita nell’Universo entro il prossimo quarto di secolo, proprio perchè dotato di una strumentazione aggiuntiva migliore e perfezionata nel tempo. Inoltre l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha già in mente il nome della missione che risponderà alla domanda “siamo soli nel universo?”
Questa potrebbe essere una delle missioni più sentite, curate ed indicative degli ultimi (e prossimi) decenni. E questa missione riuscirebbe davvero a svelare informazioni importanti, a rispondere a quesiti che da tempo attendono segnali precisi e di conseguenza la possibilità di affermare o meno, o per meglio dire stilare, teorie vicine alla realtà.