Clamorosa scoperta nei nostri mari, una nuova specie in acqua: mai vista nel Mediterraneo

Nuova specie in acqua mai vista prima: si tratta di un mollusco alieno che sta colonizzando il Mar Ligure per queste motivazioni.

Scoperta in mare
Scoperta in mare- viaggi.nanopress.it

Il Mar Mediterraneo sta diventando sempre più pieno zeppo di alieni. Questa volta, però, non parliamo di omini verdi frutto della fantascienza, ma di vere e proprie specie animali che di norma non dovrebbero trovarsi nei nostri mari.

Nuova specie in acqua: si tratta di un mollusco alieno

Nel Golfo della Spezia, nei pressi di Portovenere, sembrerebbe che un mollusco proveniente dal Connecticut abbia deciso di iniziare a colonizzare il Mar Ligure. Si tratta del Polycerella emertoni, un nudibranco (piccolo mollusco marino spesso colorato e velenoso) che dal New England si è spinto fino al Brasile, all’Africa e a quanto pare anche al Mar Mediterraneo.

Nuova specie in acqua
Nuova specie in acqua – viaggi.nanopress.it

La scoperta si deve alle dottoresse biologhe Erika Mioni e Giulia Furfaro, le quali hanno pubblicato i risultati sulla rivista Systematics and Evolution of Gastropods.

La specie aliena del Polycerella emertoni è caratterizzata da un corpo allungato e grigio. È punteggiata da macchioline scure e giallastre sul dorso, e da altre bianche e giallastre sui fianchi e sulla coda.

Specie aliene sempre più frequenti nel Mediterraneo: i motivi e le conseguenze

Nel settembre del 2021 una ricerca condotta dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha dimostrato che le specie aliene presenti nel Mar Mediterraneo sono ben 280, oltre a 70 di origine sconosciuta. Le cause di questo fenomeno? Ovviamente l’uomo.

Tra le motivazioni più frequenti ci sono:

  • l’intensificazione delle rotte commerciali
  • la pesca
  • lo scarico delle acque di zavorra dove si infiltrano le specie o gli scafi delle navi dove si attaccano
  • la navigazione da diporto con barche a vela e yatch
  • la dispersione di residui sulle reti da pesca
  • l’acquacoltura
  • l’ampliamento dei canali marittimi che consentono il passaggio delle specie

Le invasioni di specie aliene sempre più all’ordine del giorno, se da un lato provocano stupore, dall’altro rappresentano un fenomeno molto pericoloso che può avere conseguenze gravi soprattutto dal punto di vista ecologico.

Le attività umane, il cambiamento climatico e il conseguente aumento delle temperature dei mari, stanno rendendo il Mediterraneo sempre più adatto anche per specie di pesci, molluschi e alghe alieni, provenienti da un ecosistema del tutto diverso.

La pericolosità delle specie aliene

Se alcune specie riescono a integrarsi con il nuovo ambiente, molte altre invece spesso e volentieri risultano dannose e altamente invasive. Un esempio? Il caso della Caulerpa taxifolia, un’alga dei mari orientali importata in Europa per decorare gli acquari nonostante la sua pericolosità. Il suo rilascio nel Mediterraneo, a causa dello scarico delle acque reflue per mano del Museo Oceanografico di Monaco, è risultato essere nocivo per la vegetazione adriatica in particolare e per alcune specie come l’orata e il branzino.

Le specie non autoctone sono pericolosissime perché in grado di alterare gli ecosistemi e sostituire pian piano le specie endemiche. Questo non solo ha ripercussione gravi sull’ambiente, ma anche per sull’economia (pesca e turismo) e sulla salute dell’uomo. Pensiamo infatti al pesce palla, al pesce scorpione o ad alcune meduse che hanno invaso il Mediterraneo: questi esemplari se toccati o ingeriti possono provocare intossicazioni.

Per contrastare il fenomeno della diffusione di specie aliene nocive, alcuni Paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda hanno vietato severamente alle navi di entrare in porto con lo scafo incrostato di organismi. Purtroppo in Europa non esiste ancora una legge simile.

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