Pezzi di Marte sulla Terra: in arrivo frammenti del Pianeta Rosso che potrebbero aiutarci a scoprire di più sull’evoluzione del pianeta e sulla possibile presenza di forme di vita.A
Il nostro pianeta Terra si sta preparando ad accogliere alcuni pezzi provenienti da un altro mondo. Non si tratta di fantascienza, ma di pura realtà. Ancora una volta gli scienziati rivolgono gli occhi nello spazio per conoscere meglio e analizzare campioni che appartengono a una regione piuttosto particolare del Pianeta Rosso.
Pezzi di Marte sulla Terra: sono in arrivo e provengono dalla Salty Region
I pezzi che stanno per arrivare sulla Terra provengono dalla Salty Region, un’area di Marte ribattezzata con questo nome dagli scienziati che si pensa sia stata un tempo ricca d’acqua e laghi, asciugatisi a causa di un cambiamento climatico sul pianeta.
La Salty Region è stata scoperta dagli scienziati grazie a Curiosity, il rover della Nasa progettato apposta per essere lanciato su Marte e raccogliere tutte le informazioni necessarie e utili per poter spedire in un futuro prossimo l’essere umano sul Pianeta Rosso.
Dopo aver viaggiato per tutta l’estate, Curiosity è giunto presso un paesaggio desolato e arido ed è riuscito a introdursi nelle zone più nascoste di Monte Sharp. Proprio in quest’area, gli esperti avevano ipotizzato si trovassero molti sali minerali. E l’ipotesi, in effetti, è stata confermata da ciò che è stato ritrovato dal rover.
Le scoperte del rover della Nasa Curiosity
Curiosity ha regalato agli scienziati delle immagini incredibili che immortalano un luogo caratterizzato da diversi avvallamenti. Sono proprio quest’ultimi a confermare l’ipotesi secondo la quale miliardi di anni fa il Pianeta Rosso sia stato ricoperto d’acqua. Fiumi, laghi, stagni e torrenti si sarebbero poi prosciugati, facendo rimanere solo i minerali, durante un cambiamento climatico sul pianeta.
Il rover è riuscito a catalogare diversi tipi di roccia e a individuare segni causati alla presenza antica di acqua. Nello specifico, nella Salty Region, ha trovato un’abbondanza notevole di cloruro di sodio, solfato di calcio e solfato di magnesio.
Tuttavia, per scoprire di più su questa regione, i ricercatori hanno selezionato, dopo lunghe e attente considerazioni, una roccia che dovrà essere trivellata e i cui pezzi dovranno essere riportati sulla Terra. La roccia prescelta è stata denominata Canaima.
Scegliere la roccia non è stato facile. Il team di scienziati ha dovuto infatti tenere conto non solo delle considerazioni scientifiche del caso, ma anche delle capacità e funzionalità del rover che avrebbe potuto subire danni se si fosse trovato di fronte a una roccia difficile da perforare.
“Ci siamo soffermati a valutare se ciò rappresentasse un rischio per il nostro braccio. Con il nuovo algoritmo di perforazione, creato per ridurre al minimo l’uso delle percussioni, ci siamo sentiti a nostro agio nel raccogliere un campione di Canaima.”
Pezzi di Marte sulla Terra: in attesa di ciò che potrebbero raccontare
L’importanza di questi campioni di roccia è essenziale. Grazie a questi potremmo infatti conoscere il passato non solo di questa regione da cui provengono, ma anche dell’intero Pianeta Rosso. Se miliardi di anni fa l’acqua era presente su Marte, potrebbe ancora oggi esserlo, magari nascosta.
Inoltre i sali minerali custoditi all’interno dei frammenti potrebbero essere utili per capire come e perché il clima si sia trasformato, facendo prosciugare gli specchi d’acqua della Salty Region. E poi, potrebbero anche dirci di più sull’eventuale presenza di vita, passata o presente che sia, sul pianeta, un tempo molto simile alla nostra Terra.
Viaggiare in questa regione ricca di solfati è una continua sfida per Curiosity. Le rocce taglienti potrebbero danneggiare le sue ruote, mentre la sabbia, invece, potrebbe bloccare il rover facendo perdere trazione alle ruote. Inoltre il terreno roccioso rende più difficile trovare un’area dove tutte le ruote di Curiosity possano poggiare su un terreno piano e stabile.
“Più e più interessanti diventano i risultati scientifici, più ostacoli sembra lanciarci Marte”
ha detto Elena Amador-French, coordinatrice che gestisce le collaborazioni tra i team scientifici e ingegneri. Ma non saranno queste difficoltà a fermare la missione, ormai arrivata al decimo anno.