La siccità in questa regione è diventata davvero insostenibile. L’amministrazione ha quindi lanciato un’operazione per fronteggiare il problema la quale però sta facendo discutere.
Temperature fuori dal normale e assenza totale di piogge stanno mettendo in ginocchio l’Europa già da mesi. La siccità ha colpito gravemente diversi Paesi, ma a pagarne il prezzo più alto sembrerebbe la regione della Catalogna, in Spagna.
Gli esperti parlano di uno scenario estremo e di un’emergenza straordinaria che non si verificava da tempo.
Per la Spagna infatti il lungo periodo di siccità è iniziato alla fine del 2022 registrando il più basso indice di precipitazioni degli ultimi tre anni.
Emergenza siccità in questa regione: la situazione è critica
La situazione nella regione catalana è davvero disperata. Qualche giorno fa circa trecento persone hanno deciso persino di darsi appuntamento presso il villaggio di L’Espunyola per celebrare una messa speciale e partecipare a una processione con lo scopo di invocare l’arrivo della tanto attesa pioggia.
Una funzione religiosa simile si era già tenuta nel 2008 e poco dopo la pioggia arrivò sul serio.
La Spagna ha già regolamentato da qualche tempo l’utilizzo dell’acqua, limitando le irrigazioni il più possibile. Ma questo non è stato sufficiente.
L’amministrazione ha allora deciso di procedere secondo un’altra direzione per fronteggiare questa emergenza. Il piano sta facendo in questi giorni discutere ed è stato anche parecchio criticato dagli animalisti.
La soluzione del governo locale: eliminare i pesci dal bacino di Sau
In pratica, secondo l’amministrazione bisogna garantirsi di non perdere altre preziose risorse d’acqua. Per far questo ha lanciato un’operazione volta a svuotare di pesci il bacino idrico di Sau.
Si tratta di un lago situato a circa 90 chilometri di distanza da Barcellona nelle cui acque vivono diverse tonnellate di pesci.
A spingere il governo a prendere questa decisione è stata anche la condizione stessa del lago. Circa l’80% dei pesci sarebbero specie infestanti che alla loro morte andrebbero a compromettere la potabilità dell’acqua.
La siccità infatti porterebbe in ogni caso alla morte di questi pesci a causa del livello d’acqua sempre più basso. Basti pensare che il bacino di Sau ha raggiunto il 10% della sua capacità totale, il livello più basso registrato dal 1990.
Il piano prevede l’utilizzo di cinque barche da pesca le quali trasporteranno i pesci locali nelle acque vicine ed elimineranno quelli infestanti. Sul giornale El Periòdico si legge che quest’ultimi potrebbero essere utilizzati da un’azienda locale per la produzione di biodiesel e fertilizzanti.
Siccità in Catalogna: in casi estremi, estremi rimedi
A portare a questa soluzione estrema è l’emergenza idrica che a dire degli esperti rappresenta uno scenario davvero straordinario che va per forza di cosa fronteggiato sfruttando al massimo le poche risorse rimaste a disposizione.
Già la scorsa estate aveva preannunciato un’annata difficile per quanto riguarda l’acqua quando il livello dell’acqua del bacino era sceso tanto da svelare la chiesa di Santa Romà de Sau. La chiesa infatti era stata sommersa negli anni Sessanta quando la cittadina di Vilanova de Sau si è vista inondata dall’acqua per la creazione di un bacino idrico.
Negli ultimi trent’anni i cambiamenti climatici e la siccità hanno permesso alla chiesa di mostrare più volte il suo campanile emergere dalle acque, ma attualmente non è l’unico elemento a comparire dal lago. La chiesa infatti è quasi tutta completamente scoperta perché il bacino si è notevolmente ritirato, mostrando la terra secca e piena di spaccature.
L’operazione tuttavia non rappresenta la prima nel suo genere. Nel 2005 infatti l’amministrazione locale aveva già rimosso dall’acqua del bacino circa sedici tonnellate di pesci e aveva travasato l’acqua altrove per paura che potesse essere contaminata dalle specie infestanti.
L’opposizione delle associazioni animaliste
É chiaro che questo rimedio abbia scosso gli animalisti. Le associazioni infatti si sono scagliate contro l’iniziativa accusando ancora una volta le azioni umane della distruzione degli ambienti naturali.
La direttrice di Anima Naturalis, Aïda Gascón, ha pubblicato un tweet dove ha accusato la società di non capire che la reale causa della siccità sia proprio la società stessa che, incurante di tutto ciò, cerca di risolvere il problema sterminando i pesci per salvare l’acqua.
“Gli animali sono i primi a pagare gli effetti della siccità, mentre la società continuerà a mangiare carne”, ha scritto.