Dagli ultimi scavi avvenuti in Piazza San Marco a Venezia, è tornata alla luce un’antica tomba, forse, di una famiglia illustre.
E’ di pochi giorni l’importante scoperta fatta da alcuni archeologi che hanno riportato alla luce un’antica tomba sotto la piazza centrale della Serenissima. Probabilmente apparteneva alla prima chiesa di San Geminiano.
Cinzia Rampazzo, archeologa, e Sara Bini, direttrice della Soprintendenza di Venezia, hanno rilasciato un‘intervista su quanto trovato. Durante gli scavi sono emersi ben sette scheletri appartenenti a persone adulte, un bambino e tre cagnolini.
Secondo gli studiosi questi risalgono al periodo dell’alto medioevo. In un primo momento gli operatori hanno estratto dal fango i resti degli animali, uno dei quali aveva ancora la mandibola attaccata.
Poi hanno trovato il bambino e infine gli altri adulti. Tutti e sette i corpi erano posti in un’unica tomba collettiva. Secondo gli esperti poteva essere riservata a personalità importanti, che avevano un certo rilievo nell’ambito della società del tempo, databile tra il VII e l’VIII secolo.
Scavi
Durante il medioevo infatti le famiglie dei notabili spesso costituivano un vero ceto. Avevano delle tombe riservate all’interno o accanto alle chiese. Si trattava di persone che esercitavano una certa autorità e che godevano di prestigio.
Dal 2018 a Venezia sono in atto i lavori di scavo necessari per la messa in sicurezza di Piazza San Marco dal pericolo dell’acqua alta. E, durante i lavori, gli operai hanno segnalato il ritrovamento di resti archeologici.
Grazie alla Soprintendenza, i lavori hanno portato alla luce interessanti dettagli sulla storia dell’antico edificio di culto. La chiesa di San Geminiano, pare che ebbe il suo primo nucleo nel VI secolo, costruita su ordine di Narsete.
Era ubicata proprio al centro dell’attuale piazza e i resti tornati alla luce sotto i masegni sono proprio quelli della chiesa. Si tratta di blocchi di pietra squadrati usati nella pavimentazione delle strade.
Nel XII secolo la piazza era più piccola ed era attraversata da un canale che poi scorreva fino ad arrivare nella laguna. Questo fu ricoperto per l’ampliamento del piazzale su volere del doge Sebastiano Ziani, intorno all’anno 1172.
I resti più antichi, che risalgono alla fine del XII secolo, erano sotto tre livelli diversi di pavimentazione. Lì è visibile anche la sponda di un antico canale, che secondo gli archeologi, è il rio Batario.
Distrutta da Napoleone
Sul lato opposto del piazzale dal 1505 si trova una nuova struttura, edificata e progettata da Cristoforo da Legname. Fu però finita nel suo assetto architettonico, nella seconda metà del XVI secolo da Jacopo Sansovino.
Napoleone, quando arrivò, ordinò di distruggerla e nel 1807 fece edificare l’attuale ala Napoleonica, che l’Imperatore voleva destinare alla grande sala da ballo del Palazzo Reale.