Nell’immagine comune il turismo sessuale è rappresentato dal viaggio organizzato prevalentemente da uomini, benestanti, di mezza età, che per soddisfare le loro voglie sessuali si dirigono verso l’Eldorado del sesso facile e a buon mercato. Ma negli ultimi anni c’è stata una forte inversione di tendenza: a praticare l’esperienza del turismo sessuale sono anche le donne. La meta preferita è il Senegal. Lo stato africano vanta la frequentazione di un gran numero di donne, che scelgono di ‘divertirsi’ con prestanti accompagnatori del posto.
E’ un fenomeno in continua crescita che però può essere ricondotto alle condizioni di vita della popolazione africana.
Guai a parlare di prostituzione, gli uomini che si concedono alle donne in cerca di sesso e divertimenti si definiscono degli accompagnatori. Dice Moussa: ‘io non mi prostituisco, faccio compagnia a donne che gradiscono la mia presenza. Le porto al ristorante o in discoteca. Alla fine della vacanza le donne, prima di andare via, mi lasciano dei soldi per vivere’.
La percentuale di disoccupazione in Senegal è altissima: il 3% degli uomini non lavora, lo stipendio dei senegalesi è di 3 dollari al giorno. Le stime sono dell’Organizzazione nazionale del lavoro e della Banca mondiale. Gli istituti segnalano il fenomeno del turismo sessuale al femminile come una disperata alternativa per gli abitanti del Senegal, poveri e in cerca di lavoro. E’ una questione di sopravvivenza.
Anche dall’Italia sono molte le donne che intraprendono viaggi verso i paradisi del sesso. La città più predisposta a questo fenomeno è Brescia: sono molte le donne lombarde che si dirigono verso mete conosciute come la patria del turismo sessuale. Le italiane preferiscono Capo Verde, punta estrema dello stato africano. Lì donne di mezza età appagano i loro desideri sessuali con aitanti giovani che concedono prestazioni in cambio di pochi dollari.
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