In tempi di crisi economica, c’è un settore del turismo che continua a crescere a dispetto di budget ridotti ed economie di spesa: quello del turismo medico, ovvero curarsi a prezzi low cost andando all’estero. Se le imprese delocalizzano per risparmiare sui costi di produzione, anche i pazienti fanno lo stesso e partono con valigie in mano e tante aspettative in testa in direzione dei Paesi che offrono le migliori cure a costi contenuti.
Un’indagine commissiona a McKinsey da parte dell’Associazione degli Industriali Indiani, infatti, rivela che il settore sta subendo una crescita esponenziale: se nel 2004 il volume d’affari totale registrato dai viaggi della salute era di 40 miliardi di dollari, nel 2012 diventeranno 100 miliardi! Gli ospedali della Malesia nel 2006 hanno fatturato 59 milioni di dollari, mentre i viaggiatori che nello stesso anno sono andati a farsi curare i denti in Costa Rica sono stati 150mila. Il nuovo volo low cost per l’India da Milano Malpensa contribuirà certo a contenere le spese di quanti decideranno di recarsi nel Paese asiatico per farsi curare, ma farà crescere il fatturato indiano che ruota attorno a questo business fino a toccare la vetta di 2 miliardi di dollari nel 2012. 250mila persone ogni anno si fanno fare qualche ritocchino dai chirurghi estetici di Singapore, ma per interventi plastici di questo genere sono molto gettonate anche Argentina e, soprattutto, il Brasile, che vanta una celeberrima scuola di chirurgia estetica. La Thailandia, grazie a strutture d’avanguardia come Bumrungrad International Hspital di Bangkok, è in cima alle classifiche delle mete più amate dai turisti medici, seguito a ruota da Messico, Lituania, Malesia, Filippine, Polonia e Sudafrica. Fare un viaggio di questo genere spesso consente di unire l’utile al dilettevole, visto che si viaggia verso località esotiche o comunque molto piacevoli da visitare: l’anno scorso il Messico, per supportare questo trend e assicurarsi una fetta dei 60 miliardi di euro generati dal mercato dei viaggi della salute, ha istituito un Consulting Board for Health Tourism. Una linea che è stata adottata anche dall’Argentina, visto che il Paese sudamericano si sta muovendo nella stessa direzione. La destinazione più low cost in assoluto, comunque, rimane l’Oriente, anche per interventi di un certo peso come quelli salva-vita: in Thailandia si spende in media il 30% delle tariffe americane, in Malesia il 25% e in India il 20%.
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