Il turismo enogastronomico in Italia, secondo i dati del rapporto “Osservatorio sul turismo e vino in Italia”, cresce di anno in anno e solamente nel 2010 ha fatto registrare un giro d’affari tra i 3 e i 5 miliardi di euro. Nell’ultimo anno, infatti, quasi 5 milioni di turisti hanno scelto il Belpaese per vacanze enogastronomiche all’insegna di prodotti tipici, ma anche di curiosità e occasioni: a quanto pare, la gastronomia batte il vino e si intreccia sempre di più con l’arte, l’ambiente e il benessere.
Il dossier, promosso dalle Città del Vino e realizzato dal Censis, sottolinea che i dati sono sensibilmente in aumento: nel 2010, in Italia, sono quasi raddoppiati i viaggi motivati da interessi enogastronomici e che a vincere sono soprattutto i nuovi sapori. Insomma non si va più alla ricerca della singola etichetta di vino, ma di un’esperienza più completa che comprenda anche mostre, sport e sagre. Ma quali sono le regioni più gettonate per una vacanza enogastronomica?
Secondo il rapporto, le vacanze del vino sono sempre più brevi (solo un giorno nel 56% dei casi) e dislocate lungo tutto l’anno, ma i gastronauti spendono di più: in media ogni turista spende 193 euro al giorno contro i 149 del 2003 (+18% al netto dell’inflazione). Alle destinazioni classiche dotate di un brand territoriale forte, come le Langhe, la Franciacorta e il Chianti, se ne aggiungono delle nuove: la Sicilia, il Collio e il Salento, ma anche la Romagna, la Maremma e le Cinque Terre, zone dalla forte identità enogastronomica.
Nella scelta delle destinazioni incidono sempre di più fattori come la prossimità a grandi città (l’Oltrepo Pavese per Milano o la Valdobbiadene per Venezia) o la specializzazione di un territorio (il tartufo nelle Langhe o lo speck nel Trentino Alto Adige). Quindi, non si percorrono più le tradizionali “Strade del Vino”, ma si preferisce visitare i distretti territoriali nella loro interezza: per questo motivo, vanno forte i luoghi dove si organizzano eventi di grande richiamo, come mostre, concerti e festival culturali, ma che siano vicini a città d’arte (Firenze sopratutto, che ha la fortuna di trovarsi vicino a Pienza e Montepulciano). Ma non mancano eventi creati ad hoc, come il Salone del Gusto di Torino o il Vinitaly a Verona.
In particolare i giovani preferiscono lo “snapper” (snack + cena), ovvero il recarsi in cantine e wine bar, nei weekend o durante le vacanze, per assaggiare taglieri tipici accompagnati da un calice di vino locale. Una parte del merito, a mio parere, va anche al boom delle gift box, i cofanetti regalo che permettono, a chi li riceve, di godersi una cena in un ristorante tipico, passare un giorno in una spa o fare la degustazione di prodotti tipici. Italiani non più popolo di santi, poeti e navigatori? Da oggi sicuramente possiamo dire di essere buongustai e intenditori.
il turismo enogastronomico in italia sarebbe da sfruttare di più: è vero che i dati sono in aumento, ma se tutte le regioni facessero come la toscana…