Trovato uno scheletro incatenato e poi sepolto nei pressi di Gerusalemme e gli archeologi avanzano ipotesi sul perché.
Khirbat el-Masani, quattro chilometri circa da Gerusalemme e un mistero che riaffiora dopo secoli. In questa cittadina gli archeologi hanno ritrovato uno scheletro, probabilmente di un monaco. I resti umani appaiono inspiegabilmente incatenati con anelli di ferro.
Trovato uno scheletro incatenato vicino a Gerusalemme
In Cisgiordania si scava all’interno del sito archeologico di Khirbat el-Masani.
Si tratta di un sito il quale negli ultimi tempi ha interessato particolarmente gli studiosi per via dei suoi ritrovamenti. Secondo i ricercatori, infatti, Khirbat el-Masani avrebbe avuto in passato un ruolo di rilevante importanza per la Cisgiordania tanto da ospitare un edificio sacro, parte integrante di un monastero più grande, luogo di pellegrinaggio di molti fedeli.
A consolidare la tesi, c’è anche la presenza di una locanda per viaggiatori pronta ad accogliere gli eventuali pellegrini provenienti da Paesi più lontani.
Un nuovo ritrovamento ha poi avanzato l’ipotesi che il monastero in questione avesse regole piuttosto rigide e delle modalità di sepoltura particolari.
Nel punto in cui in passato sarebbe sorta la chiesa bizantina, i ricercatori hanno riportato alla luce dei resti umani. I resti, secondo le prime ipotesi, sembrerebbero appartenere a un monaco e hanno dato il via a una serie di interrogativi che stanno ancora attanagliando gli archeologi sulle abitudini di vita del tempo.
In Israele, nel quartiere di Khirbat Tabaliya di Gerusalemme, anche nel 1991 era stata fatta una scoperta del genere in una caverna sotterranea.
Il ritrovamento dello scheletro a Khirbat el-Masani
Dopo anni di ricerche, gli archeologi si sono imbattuti in una sepoltura antica dalla forma di una scatola di pietra. La tomba a cista (questo è il nome della tipologia) si trovava inoltre tra due nicchie più piccole.
All’interno, i resti di un corpo incatenato da anelli di ferro di circa dieci chili, posizionate attorno al collo, alle mani e ai piedi dell’uomo. Dai suoi abiti i ricercatori hanno ipotizzato si trattasse di un monaco.
Perché uno scheletro in catene?
La scoperta di questo scheletro in catene ha lasciato esterrefatti i ricercatori che hanno iniziato a porsi interrogativi sul perché di una tale modalità di sepoltura.
Secondo molti, il monaco sarebbe stato incatenato prima e sepolto in un secondo momento. L’unica certezza degli studiosi è che il monaco vivesse all’interno della chiesa in isolamento, ma che avesse la libertà di movimento necessaria per mangiare ed eseguire i suoi bisogni fisiologici.
Alcuni archeologi ritengono che il motivo del suo essere in catene potrebbe essere legato a un crimine commesso. Altri, invece, sostengono tutt’altra tesi, al momento più veritiera.
I monaci dell’antica Gerusalemme, a dire degli esperti, erano soliti praticare l’ascetismo in totale isolamento, lontani da ogni piacere e da tutto ciò che avrebbe potuto rappresentare tentazioni e quindi peccato.
Alcuni di questi, poi, decidevano di praticare questo stile di vita infliggendosi dolore e sofferenza, e incatenandosi. Secondo questa seconda ipotesi, quindi, il monaco sarebbe stato sepolto con le catene così come aveva vissuto in vita.
Se sia questa la verità, però, non ci è dato saperlo.