Una scoperta eccezionale rischia di sconvolgere quanto sappiamo oggi sulla evoluzione umana. Di cosa si tratta? Sono stati rinvenuti reperti risalenti ad un milione di anni fa, vediamo nel dettaglio dove!
Un ritrovamento di reperti risalenti ad 1 milione di anni fa sta sconvolgendo scienziati e ricercatori. Questa scoperta getta dubbi e incertezze su quanto è stato affermato finora sull’evoluzione umana. Infatti, i ritrovamenti sono così importanti da far pensare che probabilmente bisognerà riscrivere la storia dell’uomo. Scopriamo del dettaglio cosa è stato scoperto!
I reperti di un’officina artigianale ritrovati in Africa
Hanno riportato alla luce in Etiopia l’officina artigianale più antica di utensili in pietra risalenti al pleistocene inferiore.
A trovare i reperti è stato un team di ricercatori italo-spagnolo, di cui fanno parte anche alcune ricercatrici italiane dell’Università di Cagliari. La zona in cui è avvenuto il ritrovamento si chiama Simbiro, un sito ubicato nell’area archeologica di Melka Kunture.
Il sito archeologico si trova a sud di Addis Abeba, a circa 50 km, precisamente nella valle dell’Auasc, ad un’altitudine di 2mila metri. Si tratta dello stesso sito in cui nel 2018 sono state rinvenute le orme risalenti a 700mila anni fa e appartenenti ad un bambino.
La scoperta getta dubbi sull’evoluzione umana
Stando a quanto scoperto, pare che già 500mila anni prima di quanto è stato scritto finora, gli ominidi avevano sviluppato tecniche nuove e avevano acquisito ulteriori abilità.
La scoperta è stata riportata nei dettagli nell’articolo pubblicato dalla rivista Nature Ecology & Evolution, che porta il titolo A surge in obsidian exploitation more than 1.2 million years ago at Simbiro III (Melka Kunture, Upper Awash, Ethiopia).
Ad individuare il sito fu Gerard Dekker nel 1963, un archeologo tedesco, mentre il nostro paese, grazie ad una missione indetta dal ministero degli esteri, partecipa alle ricerche dal 1999.
Quale attività si svolgeva nell’officina
Dagli studi è emerso che nella officina venivano fabbricati utensili in serie da impiegare per le quotidiane attività. Gli strumenti presenti nell’officina permettevano di trasformare i ciottoli di ossidiana che venivano ritrovati nel corso d’acqua. Come già detto, il ministero degli Esteri e l’Università La Sapienza di Roma hanno finanziato la missione.
La ricercatrice Margherita Mussi ha diretto il gruppo di lavoro, e insieme a lei hanno collaborato anche la vulcanologa Laura Pioli e la geoarcheologa Rita Melis, due ricercatrici dell’Università di Cagliari.