Trovata una nuova strana specie negli abissi, ha una caratteristica mai vista prima

Trovata una strana specie negli abissi dalle caratteristiche inusuali e a tratti inquietanti. Si tratta di un nuovo esemplare ritrovato nelle acque dell’Australia. Ecco i dettagli della scoperta.

trovata una nuova specie negli abissi
Trovata una nuova specie negli abissi – viaggi.nanopress.it

Si stima che nel mondo esistano circa 500 specie differenti di squalo che differiscono per dimensioni, caratteristiche e colori.

Spesso gli scienziati si imbattono in esemplari mai visti prima, inserendo nella lista degli animali degli abissi un nuovo nome e un nuovo essere da analizzare e imparare a conoscere.

Quest’ultima scoperta, però, non ha nulla a che vedere con quelle in cui si sono cimentati gli esperti negli ultimi tempi. In Australia, infatti, i ricercatori hanno da poco tempo scovato una specie di squalo straordinaria e spaventosa allo stesso tempo.

Trovata una strana specie negli abissi: uno squalo dagli occhi bianchi e non solo

Due occhi dalle iridi completamente bianche e brillanti, e dall’aspetto inquietante. Questa è una delle caratteristiche, mai osservate prima dal mondo della scienza, di questo nuovo squalo che un team internazionale di ricercatori ha ritrovato tra le acque che bagnano l’Australia.

Trovata una strana specie negli abissi
Trovata una strana specie negli abissi – viaggi.nanopress.it

Secondo gli studi si tratterebbe di un gattuccio abissale del genere Apristurus (di cui fanno parte la maggioranza degli squali) e la specie recentemente scoperta è stata battezzata come Apristurus ovicorrugatus.

A giustificare questo nome sono le particolari uova che l’animale depone. Anche questa specie deposita le proprie uova all’interno di astucci conosciuti come borsellini delle sirene. La differenza tra tutti gli altri, però, sta nel loro aspetto. Le uova dell’Apristurus ovicorrugatus sono infatti più grandi e caratterizzate da increspature orizzontali.

L’inizio delle ricerche nel 2011

Questo nuovo esemplare di squalo demone o fantasma è la scoperta di una squadra di ricerca composta da scienziati del CSIRO National Research Collections Australia – Australian National Fish Collection in collaborazione con la Facoltà della Pesca dell’Università di Hokkaido del Giappone e dell’Institut de Systématique, Evolution, Biodiversité (ISYEB) dell’Università della Sorbona della Francia.

Le ricerche sono iniziate nel 2011 in seguito alla scoperta di due biologi marini: un borsellino della sirena con all’interno uova di gattuccio ancora abitati dagli embrioni.

La forma particolare e del tutto insolita delle uova ha subito colpito gli scienziati che si sono messi al lavoro per scoprire di più su quel ritrovamento. Nessuna altra specie fino a quel momento conosciuta, infatti, poteva essere collegata alle caratteristiche di quelle uova.

Uova Apristurus ovicorrugatus
Uova Apristurus ovicorrugatus – viaggi.nanopress.it

I ricercatori hanno quindi iniziato i lavori di approfondimento, scandagliando tutte le collezioni museali per cercare di riuscire a scovare altri reperti del genere non ancora classificati e fare i dovuti confronti.

Il confronto con uova simili

Dopo anni di ricerca, finalmente gli esperti hanno individuato presso l’Australian National Fish Collection uova altrettanto particolari. Le uova in questione appartenevano a una femmina che in passato era stata classificata per sbaglio come gattuccio della Cina meridionale (Apristurus sinensis).

Gli esperti sono riusciti a risalire alla femmina di squalo nei pressi dell’Arcipelago di Dampier, al nord del continente australiano. Al momento del ritrovamento l’esemplare aveva in grembo un uovo che i ricercatori si sono affrettati a estrarre e paragonare a quelli individuati poco prima.

La conclusione alla quale si è arrivati? Le uova appartenevano alla stessa specie e che la specie non era ancora nota alla comunità scientifica. Insomma, ciò che avevano davanti era un nuovo esemplare fino ad allora sconosciuto.

La femmina di squalo era stata confusa con un gattuccio della Cina meridionale per via di tratti fisici quasi simili. Le due specie differenziano infatti per via delle pinne pettorali un po’ più grandi e per la cavità della bocca marrone e non nera.

Intanto tutti i risultati del lavoro di ricerca sono già stati pubblicati sulla rivista Fish Biology lo scorso aprile.

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