Tenuto in cantina per 13 anni, ha un valore inestimabile ma credeva fosse una roccia

Tenuto in cantina per 13 anni, ha un valore inestimabile ma credeva fosse una roccia. Una storia davvero incredibile che, però, aumenta il fascino e la suggestione per quella che, in realtà, è una delle scoperte più importanti forse di sempre. Eppure è rimasta per tredici anni chiusa in una cantina, magari coperta con qualche telo senza che nessuno si rendesse conto di cosa fosse.

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La scoperta inestimabile tenuta chiusa in cantina per 13 anni – Viaggi.Nanopress.it

Una delle scoperte più eccezionali al mondo di sempre rinchiusa in cantina per 13 anni scambiata per una roccia. La storia ha davvero dell’incredibile questo, però, contribuisce ad accrescere il fascino e la suggestione intorno a questo scoperta straordinaria. Quello che rende il tutto ancora più eccezionale e suggestivo è che tutta la vicenda sia accaduta in Italia a pochi passi da noi.

Tenuto in cantina per 13 anni ma il suo valore è inestimabile

Quel che rende davvero surreale, però, l’intera vicenda è l’intera storia di questo ritrovamento. Nel 1980 a Pietraroja un paesino in provincia di Benevento, un appassionato di storia e di fossili da l’incarico per iniziare degli scavi. Le giornate passano tranquille e senza troppe scoperte eccezionali come, del resto, avviene in ogni scavo archeologico. Dopo giorni, però, precisamente il 22 novembre del 1980 qualcosa viene rinvenuto dagli studiosi.

Si tratta di lastre di roccia calcare, delle rocce la cui conformazione degna di nota le fa mettere da parte per ulteriori studi e approfondimenti. Il 23 novembre dello stesso anno, però, in Irpinia, nel sud Italia ci fu uno dei terremoti più devastanti di sempre. Quell’evento naturale costrinse gli studiosi ad interrompere le ricerche e, soprattutto, portò Giovanni Todisco l’appassionato che aveva dato inizio agli scavi a tornare nella sua città del nord.

Sant'Agata de Goti
Vista panoramica di Sant’Agata de Goti in provicnai di Benevento – Viaggi.Nanopress.it

Todisco, però, portò con se quelle lastre di calcare che erano l’unico “bottino” di quella spedizione archeologica. Quello che, però, non poteva immaginare l’uomo era il contenuto di quelle rocce. Per anni, precisamente per tredici anni, Todisco conservò quelle rocce nella propria cantina pensando fossero appunto solo rocce. Grazie ad uno studioso del Museo di storia naturale di Milano, però, le rocce calcaree furono analizzate.

La scoperta più sensazionale di sempre

Giorgio Teruzzi, lo studioso incaricato di analizzare quelle rocce risalenti al periodo cretacico, si accorse subito dell’enorme scoperta che era stata fatta ben 13 anni prima. All’interno di quella roccia calcarea, chiusa in cantina per 13 lunghi anni, era conservato un fossile di dinosauro. Il primo fossile di dinosauro scoperto in Italia. Dopo un’analisi più attenta e un approfondimento sulle rocce si scoprì qualcosa di ancora più incredibile.

Il fossile di dinosauro rinvenuto a Benevento, un cucciolo appena uscito dal proprio uovo, non era solo il primo scoperto in Italia ma era, soprattutto, il fossile di dinosauro meglio conservato al mondo e di sempre. Addirittura anche alcune parti molli della carcassa di dinosauro si erano tenute intatte nel tempo nonostante fossero passati 110 milioni di anni. Al dinosauro venne dato il nome di Ciro e rimane, oggi, una delle scoperte più sensazionali di sempre.

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