Una clamorosa scoperta risalente al 3° secolo sta facendo parlare tutto il mondo: sono emerse decorazioni romane dell’antica Roma. Scopriamo cosa avvolge questa misteriosa scoperta e dov’è avvenuta.
L’Italia è un paese ricco di storia e cultura, ed è proprio qui che si trovano alcune delle più grandi scoperte archeologiche del mondo. Le antichità romane sono tra le più famose e studiate al mondo, grazie alla loro grande influenza sulla civiltà occidentale.
Ma non solo in Italia vengono fatte importanti scoperte archeologiche riguardanti i Romani. Anche in altre parti del mondo emergono reperti preziosi che ci aiutano a comprendere meglio la vita dell’antica Roma.
Tra queste scoperte ricordiamo il ritrovamento della città sepolta di Pompei nel 1748, e la recente scoperta di una villa romana sull’isola spagnola di Minorca. In entrambi i casi, gli studiosi hanno potuto ricostruire con precisione la vita quotidiana dei Romani grazie agli oggetti trovati sul posto.
Grazie alle moderne tecnologie e alle tecniche sempre più sofisticate utilizzate dagli archeologi. Ogni giorno vengono fatte nuove scoperte sorprendenti riguardanti l’antichità romana.
La passione degli studiosi per questa pagina della storia umana non sembra mai affievolirsi e noi appassionati ne saremo sempre gratificati. Ma dove sono emerse decorazioni romane? E cosa rappresentano? Scopriamo di cosa si tratta.
Emerse decorazioni romane: risalgono al 3° secolo
Durante i lavori di restauro e riqualificazione del club, è stata effettuata una scoperta archeologica. In precedenza, gli archeologi avevano identificato un complesso termale nel forte di Uxelodunum, noto anche come forte di Stanwix a Carlisle, in Gran Bretagna.
Questo rappresentava una delle principali fortezze difensive a nord della provincia romana della Britannia. Cosa riguardano queste nuove decorazioni romane emerse?
Il forte ha subito l’occupazione di un’unità di cavalleria d’élite chiamata Ala Petriana e ospitava una popolazione benestante, compresa una significativa presenza femminile.
Mentre in uno scavo archeologico precedente, sono venute alla luce gemme intagliate risalenti al III secolo d.C. Questi oggetti erano solitamente utilizzati come portafortuna o rappresentavano imprese cui il possessore voleva tendere.
Le gemme sembrano rimosse da anelli o ciondoli, presumibilmente a causa dell‘inefficacia del mastice utilizzato per fissarle. Visto che non poteva resistere all’acqua e causava deformazioni in ambienti come il calidarium. Il passaggio dall’acqua calda a quella fredda potrebbe aver facilitato la rimozione delle gemme.
Lo scavo attuale continuerà fino alla fine di giugno. Ciò sarà possibile grazie alla generosità dell’impresa locale che ha preso a carico i lavori. L’azienda ha offerto il proprio sostegno ed ha fornito gratuitamente i macchinari necessari.
Questo ha permesso di ampliare l’area di scavo ed aumentare la partecipazione di volontari. Questa nuova data di conclusione è stata posticipata di una settimana rispetto a quanto previsto inizialmente.
Sono venute alla luce decorazioni romane sul terreno di un centro sportivo
Cllr Anne Quilter, ha dichiarato con entusiasmo che la scoperta di due teste sul cantiere appena aperto è stata una sorpresa notevole. Questa scoperta significativa è stata possibile grazie al duro lavoro del team coinvolto nello scavo.
Includendo anche centinaia di volontari che hanno dato il loro contributo. La Cllr Quilter ha ringraziato tutti i partecipanti per il loro supporto. Il complesso termale è stato edificato in prossimità del forte di Uxelodunum (anche noto come Forte di Stanwix). Rappresentava uno degli avamposti difensivi più settentrionali della provincia romana Britannica.
La guarnigione, costituita da un’unità di cavalleria d’élite denominata Ala Petriana. Risiedeva presso il complesso termale frequentato da una popolazione agiata, inclusi individui di sesso femminile.
È interessante indagare sull’identità di queste donne. Si potrebbe supporre che, in virtù dell’esigenza di mantenere un controllo costante sul territorio in caso di missioni all’estero. L’impero Romano favorisse la presenza stabile di una presenza femminile controllata, affidabile e fedele. Questa scelta ha avuto luogo da diversi fattori che si rivelano scontati.
Scoperte nuove decorazioni romani
All’interno delle strutture, le donne impedivano ai giovani militari romani di frequentare la popolazione indigena, ritenuta pericolosa. Il gruppo di donne creava relazioni di cooperazione e solidarietà tra di loro. Senza essere premurose come prostitute accompagnatrici dei soldati.
Piuttosto, erano le compagne ufficiali dei militari. Nel forte di Vindolanda, situato vicino al Vallo di Adriano, le donne erano al centro della vita sociale, formando una comunità importante.
Inoltre, lo stupore di tutti c’è stato quando sono hanno ritrovato le pietre semipreziose come la corniola, l’ametista e il diaspro. Tali pietra hanno dimensioni che variano da 5 a 16 mm. Questo lavoro ha visto all’opera abili artigiani, che hanno creato dettagliate immagini di divinità romane, tra cui Venere, Cerere, Fortuna e Apollo.
Ciò che ha attirato l’attenzione degli archeologi è che il repertorio iconografico sia principalmente focalizzato sulle figure femminili. Con pochissime gemme raffiguranti scene militari o guerresche.
Questi ritrovamenti dimostrano che le donne frequentavano spesso le terme dell’epoca romana. Il fatto ha trovato riscontro anche nel rinvenimento di perle di vetro utilizzate per la creazione di collane e braccialetti. Inoltre, sono saltate fuori 40 forcine utilizzate per acconciare i capelli delle donne. Nel corso degli scavi gli studiosi hanno trovato anche frammenti di ceramiche, armi e monete romane che testimoniano l’uso quotidiano e la vita della popolazione dell’epoca.