C’è un modo di dire in dialetto romanesco che più che un consiglio è un avvertimento: è meglio dar retta a chi l’ha pronunciato.
Il dialetto romano nelle sue mille sfumature e accezioni è conosciuto soprattutto per espressioni burbere e arroganti. Tante persone, estranee a certi modi di dire, possono confondere il tono goliardico e scherzoso dei romani, ma ci sono situazioni in cui invece bisogna prestare molta attenzione a quello che ci viene detto, soprattutto se durante una discussione.
È il caso del detto “sta n’campana”, che sì, può comparire in conversazioni scherzose, ma anche come monito a “non superare il confine” su un determinato argomento. Vediamo nello specifico cosa vuol dire.
“Sta n’campana”: non allargarsi coi romani
C’è un limite a tutto, nello scherzo così come per le cose più serie. È il significato più profondo dell’espressione “Sta n’campana”: quando qualcuno a Roma o nel Lazio vi dice queste parole, vuol dire che vi sta consigliando di stare attenti, di guardarsi le spalle o di non esagerare, perché superato il limite potrebbero esserci delle gravi conseguenze.
Può essere detto sia in contesti ironici, come tra un padre e un figlio ribelle, ma anche come rimprovero: stare in campana vuol dire a Roma prestare attenzione alle avvisaglie e imparare a non sottovalutarle, perché una volta esagerato si rischia di abusare della pazienza o della fortuna.
Da dove viene il detto “sta n’campana”?
L’espressione richiama un’epoca molto antica, quando le campane a Roma, così come in altre città, con i rintocchi indicavano “pericolo” o qualcosa di imminente. In questo caso ascoltando la campana si poteva misurare lo scandire del tempo ma anche l’attesa verso un determinato appuntamento, le funzioni dell’antica società civile, gli appuntamenti nella Roma antica e, anche, le comunicazioni pubbliche e ufficiali.
Ecco allora che “sta n’campana”, a distanza di secoli, mantiene il suo significato originario: presta attenzione prima che sia troppo tardi. Che poi te ne penti.