Spesso alcune cose vengono alla luce in maniera inaspettata, forse quasi banale. La storia di oggi inizia quando un uomo sposta dei rami e fa una incredibile scoperta. Di che si tratta? Ve lo diciamo noi.
Nascosto da anni e venuto alla luce quasi per caso. Quante volte avremmo sentito questa frase magari associata a scoperte davvero importanti? In archeologia è quasi all’ordine del giorno, spesso scavi e rilievi che puntano alla ricerca di qualcosa, conducono poi ad altro che non era stato considerato. Anche la vicenda di oggi inizia così ed ha a che fare con dei semplici rami.
Sposta dei rami su una collina, la scoperta inaspettata
Il protagonista di questa vicenda si chiama Mario Sanna ed è insieme a Luciano Ilari l’autore di una scoperta molto interessante. L’uomo l’ha ripercorsa di recente in occasione di un convegno.
Ci troviamo a Norchia in provincia di Viterbo, dove Sanna ed Ilari passeggiavano per scattare alcune foto nei pressi di una zona nota come Guado di Sferracavallo.
Incuriosito dalla presenza di una folta pianta di Edera, l’uomo ne ha spostato i rami rivelando l’incredibile presenza di una tomba. Non una tomba qualsiasi, ma risalente all’epoca etrusca!
Probabilmente un sepolcro purtroppo già visitato in precedenza da ladri, perché provvisto di un’apertura nelle vicinanze dell’ingresso, ma ciononostante ancora ricca di tesori da scoprire.
La ricchezza della Necropoli di Guado di Sferracavallo
Una tomba rupestre molto interessante quella di Guado di Sferracavallo, costruita in una roccia in tufo a forma di “dado”. La sua particolarità è sicuramente nella porta, di tipo ellenistico, comprensiva di incisione.
Tradotta reciterebbe più o meno “Questa è la tomba di Vel, figlio di Laris”. Sanna ed Ilari sono membri dell’Associazione Archeotuscia, molto attiva in quella zona e da quel momento impegnata insieme alla Soprintendenza archeologica dell’Etruria Meridionale, nella tutela del luogo funebre rinvenuto.
Da quel momento il reperto è stato ribattezzato “tomba a casetta”. Sul luogo le campagne di scavo si sono svolte dal 2011 al 2015, in tre tranche. Nonostante il saccheggio, il monumento funebre custodiva ancora un tesoro di tutto rispetto: durante le ispezioni sono emersi 17 vasi collocabili storicamente tra il IV o III secolo a.C.
Attualmente i reperti sono esposti e visitabili presso il Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz.
Nel 2014 gli scavi si sono concentrati nella zona davanti alla “tomba a casetta”, portando ala luce un secondo sepolcro di struttura simile all’altro, sebbene più semplice sia da un punto di vista architettonico, che per quel che concerne i reperti al suo interno, altri 11 vasi in ceramica nera. Gli archeologi tendono a ricondurli ad un unico complesso funerario.
Soltanto nel 2016 il team al lavoro sulla zona si è reso conto che la “tomba a casetta” scoperta da Sanna ed Ilari, faceva parte di una vera e propria Necropoli. Sette le tombe emerse in totale, e 55 le sepolture al loro interno. Dentro custodivano vasi, monete, gioielli, tutti sempre conservati a Viterbo.
Sposta dei rami e scopre una Necropoli, il commento del protagonista
Uscire per una passeggiata e scoprire per caso un complesso funerario deve essere stata una scoperta emozionante, soprattutto per chi come Mario Sanna, fa parte di un’associazione dedita alla scoperta e valorizzazione del territorio.
Lo ricorda lui stesso durante una conferenza tenutasi a inizio 2023 presso il Museo Nazionale di Viterbo. Sanna racconta che l’intrico di piante rampicanti infestava completamente la tomba, ma che dopo averne pulito una parte la prima cosa ad emergere era proprio l’iscrizione.
Chi era “Vel, figlio di Laris”, l’uomo citato nell’iscrizione? Secondo gli esperti intervenuti insieme a Sanna molto probabilmente era un’atleta.
Archeotuscia Onlus è attiva dal 2005, e si occupa della tutela, valorizzazione e diffusione di tutto quello che riguarda il patrimonio culturale della ricca zona della Tuscia. Molto attiva sul territorio grazie all’organizzazione di progetti didattici, escursioni, ma anche corsi che spaziano dall’archeologia alla ceramica, passando per la fotografia.