La soppressione delle festività 2012 è materia spinosa e che infiamma gli animi: festività patronali, religiose, civili, laiche, l’argomento è super partes perchè fa arrabbiare tutti indiscriminatamente.
E anche perchè, ammettiamolo, nessuno ha capito ancora molto: c’è un decreto che diminuisce le festività e ne sopprime alcune? C’è una volontà di farlo, magari in futuro?
Già l’anno scorso si parlava di feste laiche eliminate con la Finanziaria 2011, ma l’allarme che aveva scatenato il panico (con conseguente protesta di sindaci inviperiti all’idea di non poter festeggiare i rispettivi Sant’Ambrogio o San Gennaro) è poi rientrato: la proposta era quella di spostare i festeggiamenti relativi a 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno alla domenica successiva, guadagnando così una giornata lavorativa in più.
Stavolta, nel mirino della soppressione pare ci siano le festività religiose: in particolare, S. Stefano e il lunedì di Pasquetta, oltre ai consueti Santi Patroni. Roba da sudori freddi.
Non solo per noi che rischiamo di veder diminuire drasticamente le classiche feste comandate (come si può dire addio al picnic di Pasquetta?), ma anche per tutta l’industria del turismo.
L’allarme è stato lanciato dal Corriere della Sera: in un articolo a firma di Roberto Zuccolini, infatti, si dà notizia di come il viceministro dell’Economia (Vittorio Grilli) abbia riportato in Consiglio dei ministri il dibattito sulla soppressione delle festività: si sa, in tempi di crisi tutto fa brodo e visto che siamo in tempi di tagli e il leit motive degli ultimi mesi è sobrietà, si rischia di tagliare anche le feste religiose in nome dell’aumento della produttività.
Ci sono però alcune feste, quelle dette ‘concordatarie‘, che non possono essere toccate: Natale e Ferragosto, per esempio, non verranno cancellate dal calendario delle festività. la proposta ha ricevuto il parere contrario del ministro del Turismo, Piero Gnudi, preoccupato per l’impatto negativo che tale soppressione potrebbe avere per il settore turistico. La proposta comunque è stata rinviata, almeno per il momento, visto che il premier Monti non ha manifestato il proprio parere a riguardo.