Sicilia: il covo del capo dei capi si trasforma in agriturismo

Cultura e sapori della Sicilia anti-mafia
Cultura e sapori della Sicilia anti-mafia

Erano i feudi del ‘capo dei capi’. Negli anni ’80 decine di appartamenti, ruderi, case di campagna erano di proprietà di Totò Riina. Oggi quei beni confiscati alla mafia si sono trasformati in splendidi e caratteristici agriturismi.

Nella Sicilia Occidentale, nella campagna di Palermo si nascondeva, negli anni ’80, il più pericoloso boss della mafia degli ultimi anni. Da pochi mesi proprio in quelle terre è nato uno splendido agriturismo, all’interno della riserva boschiva di Gorgo del Drago. Da ‘cosa nostra’ a ‘casa nostra’ i proprietari hanno dato all’agriturismo il suggestivo nome di ‘Terre di Corleone‘. 120 ettari di campi di grano e vigneti a 60 chilometri da Palermo ospitano l’azienda agricola confiscata alla mafia e gestita da una delle cooperative di Libera Terra, legata all’associazione Libera di Don Luigi Ciotti.
La vacanza in agriturismo diventa anche culturale: gli ospiti potranno apprezzare il lavoro di bonifica ambientale e ‘culturale’ svolto dai soci della struttura in quelle zone dove la cultura mafiosa è forte e radicata.
Inoltre si porranno apprezzare i sapori e gli odori tipici della terra di Sicilia: prodotti biologici, vini siciliani come il ‘Cento Passi’ che hanno ottenuto un grande successo alla recente fiera del vino Vinitaly, saranno messi in tavola. L’agriturismo che combatte la cultura mafiosa organizza tantissime attività: dalle passeggiate a cavallo alla coltivazione della terra, gli ospiti potranno conoscere e apprezzare la meravigliosa isola a sud dello stivale, da ogni punto di vista!

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