Si è lanciato con il paracadute, ma poco dopo se ne pente: cosa è accaduto all’uomo

È il primo e unico che si è lanciato con il paracadute sulla Devil’s Tower, lasciando tutti per giorni con il fiato sospeso. Ecco la storia incredibile di George Hopkins.

uomo si butta con paracadute
Si lancia con il paracadute – viaggi.nanopress.it

Nel 1906 negli Stati Uniti, in Wyoming, il presidente Theodore Roosevelt dichiarava per la prima volta la nascita di un monumento nazionale. Il sito in questione era la Devil’s Tower, una maestosa roccia alta 1588 metri caratterizzata da meravigliose colonne basaltiche.

Oggi la Torre del Diavolo attira ogni anno circa 400.000 visitatori ed è nota per la storia di un paracadutista che proprio sulle sue vette si è lanciato con il paracadute e ha vissuto la sua terribile disavventura.

La terribile storia del giovane che si è lanciato con il paracadute sulla Devil’s Tower

É il 1° ottobre del 1941. Un giovane paracadutista di 29 anni, George Hopkins, si lancia sulla Devils Tower e rimane lì, bloccato, per sei lunghi giorni. La sua motivazione? Vincere una scommessa fatta con un amico e stabilire un nuovo record mondiale per quanto riguarda il maggior numero di lanci con il paracadute effettuati in un giorno.

Fino a quel giorno, Hopkins detiene già diversi primati tra cui il più alto numero di lanci (2.347), il salto dall’altezza più elevata (8047 metri), e il numero di lanci giornalieri (30).

Hopkins vuole anche dimostrare quali grandi cose si possono fare con un paracadute e come possa essere possibile atterrare con estrema precisione su qualsiasi terreno.

paracadutista che si è lanciato sulla Devil’s Tower
paracadutista che si è lanciato sulla Devil’s Tower – viaggi.nanopress.it

Il ragazzo ha praticamente pianificato tutto al meglio. Dopo aver avvisato un giornalista della sua impresa, si sarebbe lanciato da un aereo e sarebbe atterrato sulla roccia, poi avrebbe ricevuto una borsa con tutto l’occorrente per la sua arrampicata e una corda lunga centinaia di metri che gli sarebbe servita per la sua discesa dalla Devil’s Tower.

Le cose però non vanno come da lui sperato.

Si è lanciato con il paracadute: le prime difficoltà già al momento del lancio

Già il momento del lancio segna per il ragazzo l’inizio della sua disavventura. Durante il salto dall’aereo le forti raffiche di vento lo trascinano lungo la roccia, facendolo sbattere contro le pareti della Torre e rendendo difficilissimo l’atterraggio. Fortunatamente, da questo primo inconveniente ne esce quasi illeso.

Lo stesso non si può dire però della borsa con l’attrezzatura e le provviste. Quando il pilota Joe Quinn torna, circa un’ora dopo il salto, per consegnare la borsa, quest’ultima spinta dal vento ribalza sulla roccia fino a cadere giù lungo i fianchi della Torre.

Rimane impigliata in alcuni cespugli circa 15 metri più giù rispetto alla posizione di Hopkins il quale non ha alcun modo di recuperarla. La cosa peggiore è però un’altra. Anche se fosse riuscito a raggiungere la sua borsa, la corda inclusa nella sua attrezzatura sarebbe stata troppo corta per affrontare la discesa.

Si rende quindi conto che comunque fossero andate le cose, sarebbe lo stesso rimasto bloccato sulla cima della Devil’s Tower.

Devil's Tower
Devil’s Tower – viaggi.nanopress.it

A questo punto non resta altro da fare che avvisare le autorità. Il primo intervento di soccorso prevede il lancio di una seconda borsa contenente la corda per la ridiscesa. Purtroppo però la corda che tiene i rifornimenti non viene legata bene e finisce per aggrovigliarsi e congelarsi a causa del vento e delle basse temperature.

Per Hopkins non ci sono alternative: deve trascorrere la notte lassù, al freddo e sotto la pioggia.

La prima notte sulla Devil’s Tower e i primi tentativi di soccorso

La notizia dell’accaduto si diffonde in fretta e circa 7000 persone, tra giornalisti, fotografi e curiosi si recano ai piedi della roccia per assistere con i loro occhi agli sviluppi di quella vicenda capace di tenere con il fiato sospeso chiunque.

Il giorno successivo Hopkins ha un’idea: provare a scendere dalla Torre lanciandosi nuovamente con il paracadute. Le autorità, però, bocciano questa soluzione considerandola fin troppo rischiosa. Nel frattempo gli aerei continuano a lanciare rifornimenti di cibo e coperte calde al povero paracadutista in attesa di un piano di salvataggio.

Hopkins passa un’altra notte sulla Devil’s Tower mentre la folla sotto di lui continua ad aumentare. Il giorno successivo il National Park Service propone di mobilitare una squadra di soccorritori a bordo di un aereo o di un dirigibile, ma la proposta viene subito messa da parte. Le condizioni meteo, infatti, non sono favorevoli per un’azione del genere.

L’unica soluzione possibile sembra quella di procedere con il salvataggio per via alpinistica, inviando alcuni scalatori in soccorso dello sventurato paracadutista, oramai bloccato da troppo tempo.

Il salvataggio del paracadutista che si è lanciato sulla Devil’s Tower

Così l’esperto scalatore Jack Durrance, insieme ai suoi compagni di scalata, si propone come guida per la missione di salvataggio. Durrance conosce bene la Devil’s Tower e ha già molta esperienza alle spalle visto e considerato che ha persino cercato di scalare il K2.

la squadra di salvataggio di Hopkins
la squadra di salvataggio di Hopkins – viaggi.nanopress.it

Il 5 ottobre dopo un lungo viaggio in treno la squadra inizia a lavorare per trovare un percorso sicuro per la salita. La scalata inizia alle 7:30 e dopo un percorso lungo circa 9 ore finalmente i soccorritori raggiungono il paracadutista che li stava aspettando. Alle 16:45 dello stesso giorno inizia poi la discesa conclusasi alle 20:20 circa.

La disavventura di Hopkins ha quindi avuto un lieto fine: il suo nome è apparso sui giornali, ha vinto la sua scommessa ed è riuscito a detenere il titolo di primo uomo a lanciarsi dalla Devil’s Tower. Da allora Hopkins ha continuato a fare paracadutismo fino al 1958, anno in cui ha deciso di lasciare per sempre la sua vita spericolata.

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